E’stata inaugurata al Madre · museo d’arte contemporanea Donnaregina, la mostra 1977 2018. Mario Martone Museo Madre, la prima retrospettiva dedicata al regista napoletano Mario Martone, a cura di Gianluca Riccio, che ripercorre i quarant'anni di un percorso artistico che si è articolato fra azioni performative, cinema, teatro e opera lirica.
In mostra Martone presenta un film-flusso (durata 9 ore ca.), prodotto dalla Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee e che entra a far parte della collezione permanente del museo regionale campano, basato sullo studio dei materiali conservati nell'Archivio Mario Martone e realizzato con la produzione esecutiva della PAV e con il supporto della Fondazione Campania dei Festival - Napoli Teatro Festival Italia. Attraverso il montaggio di documenti e filmati inediti, immagini di repertorio, brani di film, riprese di spettacoli teatrali che ne documentano la poliforme attività creativa, l’esperienza artistica di Martone viene presentata secondo un ordine non cronologico ma evocativo, in cui tutti i segni che raccontano la storia del regista convivono in un rapporto orizzontale di per sé contemporaneo. Proiettata simultaneamente su quattro schermi nella sala Re_PUBBLICA MADRE, la presentazione del film-flusso rielabora musealmente la messa in scena di uno spettacolo teatrale di Martone del 1986, Ritorno ad Alphaville, ispirato all’omonimo film di Jean-Luc Godard, e di cui è riproposto l’andamento circolare e la visione simultanea da parte del pubblico.
Come in tutta la ricerca artistica di Martone, anche in questa mostra retrospettiva al Madre il ruolo attivo dello spettatore risulta determinante: al centro della sala sono posizionate, su una pedana, trentasei sedie girevoli, ciascuna collegata ad una cuffia con accesso diretto ai quattro canali audio corrispondenti a ognuno dei quattro schermi sui quali il film-flusso è proiettato. Lo spettatore potrà così orientare la propria attenzione girando la seduta per seguire alternativamente l'andamento delle proiezioni del film e cogliere, oltre che le singole immagini, anche le possibili connessioni visive o tematiche fra di esse. Il film stesso è stato montato secondo un flusso lineare che accoglie in sé sia la superficie bidimensionale dello schermo sia la spazialità tridimensionale dell'ambiente di proiezione, restituendo visivamente e sensorialmente le connessioni interne e quindi la circolarità propria dell'opera e della ricerca del regista napoletano.
«Ogni mio lavoro nasce da una tabula rasa e per questo ognuno è così diverso dall’altro», dichiara Mario Martone. «Ma c’è un processo che li collega e li unifica tutti, un fluire dell’esperienza che da mia personale si fa collettiva, che in questa mostra è possibile cogliere per la prima volta nel suo insieme. Per me è molto significativo che questo accada in un museo di arte contemporanea come il Madre, perché ho sempre guardato agli artisti Fluxus (da John Cage a Joseph Beuys) come a un grande esempio di libertà e di vitalità».
Martone è attualmente impegnato nella lavorazione dei un nuovo film, che sarà presentato nell'autunno del 2018 e avrà lo stesso titolo dell'opera Capri-Batterie (una lampadina gialla che idealmente prende energia da un limone) che l'artista tedesco Joseph Beuys ha realizzato con il gallerista napoletano Lucio Amelio nel 1985. Questo scenario viene evocato all'ingresso della mostra dall'immagine di un bosco e da alcuni materiali di scena che compaiono nel film. Il legame fra Martone e Amelio, a cui il Madre ha dedicato una ampia mostra antologica nel 2014, risale già alla prima performance del gruppo Falso Movimento, fondato dall’autore napoletano nel 1979, che si svolse nella factory partenopea del gallerista, un importante polo d’aggregazione per gli intellettuali e gli artisti dell'epoca. Non è un caso quindi che sia proprio il Madre a presentare ora anche la prima mostra retrospettiva dedicata al regista, in occasione della quale verrà pubblicato un catalogo monografico con testi inediti del curatore e di quattro autori, e un esteso apparato iconografico e bio-bibliografico.
Laura Valente, Presidente della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee
«Pur rappresentando una sintesi dell’intero percorso artistico del regista napoletano, 1977 2018. Mario Martone Museo Madre - mostra realizzata integralmente con fondi POC (PROGRAMMA OPERATIVO COMPLEMENTARE) 2014-2020 della Regione Campania - è a tutti gli effetti un percorso espositivo inedito che, nel suo allestimento museale, va ad arricchire il patrimonio della Fondazione Donnaregina. Si contribuisce, così, a ridefinire l’identità e la fruizione stessa del museo: unospazio fisico in cui si concretizzano i principali spunti estetici che Napoli ha saputo esprimere nel dibattito sul contemporaneo dagli anni Sessanta ad oggi. La mostra, inoltre, conferma il sistema virtuoso di relazioni non solo economiche, che comprendono la collaborazione con la Fondazione Campania dei Festival e la produzione esecutiva di PAV».
Ruggero Cappuccio, direttore artistico del Napoli Teatro Festival
«La mostra dedicata all’intenso percorso artistico di Mario Martone diviene segno tangibile ed occasione preziosa per consolidare la costruttiva collaborazione tra la Fondazione Campania dei Festival e il Madre/Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee. Una sinergia che si inserisce nel quadro interdisciplinare tra Teatro, Cultura e Arti Visive avviate nel nuovo corso del Napoli Teatro Festival Italia e che, ancor più in questa circostanza, trova felice esito nell’argomento principe dell’originale esposizione allestita per il museo napoletano. A Mario Martone è dedicato l’inedito percorso per immagini, dal 1977 al 2018, che documenta la sua feconda e multiforme produzione artistica, paradigma di una capacità, comune a pochi, di coniugare sin dagli esordi ricerca e pluralità di linguaggi scenici».
A cura di: Gianluca Riccio
Supervisione scientifica: Andrea Viliani
Coordinamento curatoriale: Silvia Salvati
Progetto di allestimento: Dolores Lettieri
Progetto del film: Mario Martone
Montaggio del film: Natalie Cristiani
Assistente al montaggio: Giulia Simonetti
Produzione esecutiva: PAV, Roma
Con il sostegno di: Fondazione Campania dei Festival-Napoli Teatro Festival Italia
Biografia
A partire dalla metà degli anni Settanta, il capoluogo campano diviene una città in continuo fermento culturale: aprono i teatri-cantina dove gruppi di giovani sperimentano nuovi linguaggi scenici, e arte, cinema, teatro, fotografia e danza si sovrappongono in un molteplicità di progetti. Un laboratorio ideale per la ricerca sperimentale che vede la partecipazione anche di un giovanissimo Martone. Fin dall'inizio la sua produzione teatrale è caratterizzata dalla multimedialità: all'interno degli spettacoli sono spesso presenti proiezioni di spezzoni di film e installazioni video con cui gli attori si trovano ad interagire in scena, e numerosi effetti sonori, anche dal vivo, che scandiscono la narrazione. In uno scenario culturale caratterizzato dalla presenza costante dei mass-media, e dalla riflessione critica su di essi, a partire dal 1977 Martone inizia a porsi in dialogo con le avanguardie di quel periodo. Nel 1979 fonda il gruppo Falso Movimento e realizza spettacoli che fondono gli elementi del teatro, del cinema, della musica e delle arti visive: Segni di vita (1979), Tango Glaciale (1982), Il desiderio preso per la coda da Picasso (1985), Ritorno ad Alphaville (1986), tutti destinati a essere riproposti in estese tournée internazionali. Nel 1987propone a Toni Servillo (Teatro Studio di Caserta) e Antonio Neiwiller (Teatro dei Mutamenti) di sciogliere i rispettivi gruppi e formare un nuovo collettivo, Teatri Uniti. Anche in questo caso l’azione artistica è volta all'apertura e alla condivisione: nel giro di pochi anni le produzioni di Teatri Uniticoinvolgono numerosi altri artisti, tra cui Fabrizia Ramondino, Leo De Berardinis, Enzo Moscato, Carlo Cecchi e Steve Lacy. Martone immagina che le ricerche del gruppo possano ampliarsi includendo anche il cinema e realizza i suoi primi film: Morte di un matematico napoletano, vincitore del Gran Premio della Giuria alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1992, L'amore molesto (1995), tratto dal romanzo di esordio di Elena Ferrante, Teatro di guerra (1998).
Lo stesso spirito anima la direzione del Teatro di Roma, che Martone dirige dal 1998 al 2000 imprimendo una svolta di radicale rinnovamento della programmazione, coinvolgendo anche altre arti e le nuove espressioni sceniche e fondando il Teatro India, ricavato da una vecchia fabbrica in disuso sul Lungotevere. Nell'ambito della successiva direzione del Teatro Stabile di Torino (2007-2017), Martone ha realizzato gli spettacoli Operette morali da Giacomo Leopardi, La serata a Colono di Elsa Morante, Carmen di Enzo Moscato con l'Orchestra di Piazza Vittorio, Morte di Danton di Georg Büchner, Il sindaco del rione Sanità di Eduardo De Filippo, creato nella periferia di Napoli con gli attori del Nest di San Giovanni a Teduccio.
Martone realizza inoltre anche numerose produzioni cinematografiche non-fiction, dal documentario dedicato nel 1993 al gallerista napoletano Lucio Amelio e al suo progetto di collezione Terrae Motus al mediometraggio Una storia Sahrawi, realizzato nei campi profughi Sahrawi nel 1996. Filma alcune opere teatrali, tra cui lo spettacolo-manifesto di Teatri Uniti intitolato Rasoi (messo in scena con Toni Servillo nel1991 e poi divenuto film nel 1993). In teatro dirige più volte alcune tragedie greche (tra cui Edipo re eEdipo a Colono, con un coro di immigrati e le scenografie di Mimmo Paladino) e diversi testi di autori contemporanei. Dal 2000 inizia a curare la regia di opere liriche nei maggiori teatri d'opera del mondo: fra le più recenti, il 7 dicembre 2017 inaugura la stagione lirica del Teatro alla Scala di Milano con Andrea Chénier di Umberto Giordano, e pochi mesi dopo mette in scena il Falstaff di Giuseppe Verdi alla Staatsoper di Berlino, con la direzione d'orchestra di Daniel Barenboim.
Negli ultimi anni Martone si è dedicato alla realizzazione di due film che raccontano l'Italia dell'Ottocento con uno sguardo contemporaneo: Noi credevamo (2010) e Il giovane favoloso (2014), premiati complessivamente con dodici David di Donatello.
Prossime inaugurazioni al Madre
Il programma espositivo del Madre proseguirà con l’opening, venerdì 22 giugno, della mostra di John Armleder 360° (23.06-10.09.18), del nuovo capitolo del progetto Per_formare una collezione. Per un archivio dell’arte in Campania (23.06.18-in progress), e dell’installazione site-specific di Paul Thorel Passaggiodella Vittoria (23.06.18-permanente).