“Continuate a stare insieme, ad essere Amici ed io sarò sempre con voi”. Aveva lasciato un appunto avvertendo la fine al caro amico Geppino Cuomo con il quale stava curando l’ultima edizione del suo libro di memorie scritto alla sua maniera, unica ed irripetibile tra il serio ed il faceto, Giovanni Lauro “Sparaspilli”. Così è stato.
Ad un anno dalla morte tutti i cari amici, come lui desiderava, si sono ritrovati dopo la funzione religiosa tenutasi nella Chiesa dello Spirito Santo ad Ischia Ponte nella serata del 21 settembre sul pontile del castello aragonese dove passeggiava con loro e dove gli amici hanno posto una targa ricordo in ceramica nel punto in cui si sedeva che è la "Seduta Sparaspilli".
E’ morto nel giorno dell'equinozio d'autunno in cui il giorno ha la stessa durata della notte o l' ultimo giorno della lunga estate ischitana. A 94 anni 8 mesi e 18 giorni.
Era nato in febbraio e diceva di essere “nu’ cardillo”, l’uccellino cantatore, perché era un artista nel senso più pieno della parola.
Una vita lunga, bellissima, felice, interessantissima, tra due continenti e tre "patrie" – l’ Italia, gli Stati Uniti d’America e la Grecia - eternamente giovane pur avendo attraversato la gran parte del XX secolo, questo secolo di progresso e di barbarie che continua ancora. Ha insegnato a tutti cosa è l'amicizia che ha “praticato” piuttosto di “predicarla” con il rispetto verso tutti, tutte le religioni, tutte le idee politiche, tutti i caratteri.
Stava con i suoi Amici Sparaspilli nella tiepida serata del 21 settembre. Al suo posto c’era la moglie Carla attorniata dal gruppo come una grande tavolata con lui in testa.
Volava "U’ cardillo" in un cielo di stelle senza nuvole e noi ancora qui, nel posto più bello del mondo che amava profondamente ed infinitamente, dove la storia si unisce alla geografia in un modo perfetto, a portarlo nel cuore, nella mente, sulle labbra.