Il libro del giornalista Giuseppe Mazzella “ Ischia, Luci e Ombre sullo Sviluppo-il sistema economico-sociale dell’isola d’Ischia: dall’espansione selvaggia (1970-1974) al tempo della globalizzazione (2002-2010)” è stato presentato venerdì scorso alla Biblioteca Antoniana di Ischia nel corso di una tavola rotonda – condotta dal giornalista Ciro Cenatiempo - alla quale hanno preso parte il dottor Francesco Borgogna, Presidente dell’Osservatorio sui fenomeni Socio-economici dell’isola d'Ischia (OS.I.S), l’avvocato Nello Mazzella, Presidente dell’Associazione per il Comune Unico dell’Isola d’Ischia (ACUI), il professor Gianni Vuoso, giornalista, il professor Francesco L. Rispoli, ordinario di Composizione Architettonica ed Urbana all’Università Federico II di Napoli.
La speranza e l’illusione
Gli effetti della crisi finanziaria internazionale stanno colpendo duramente il tessuto produttivo nazionale. Novecentomila lavoratori rischiano di perdere il posto di lavoro nei prossimi due anni mentre circa 180 mila sono già andati in cassa integrazione e mobilità tra gennaio ed ottobre 2008. Lo denuncia la Cisl nel rapporto annuale sull’industria. Le aziende in difficoltà hanno nomi illustri come Fiat, Alitalia, Guzzi, Riello, Merloni, Pininfarina, Bertone, Granarolo. Ma nei 900mila lavoratori a rischio non sono compresi i “lavoratori atipici o interinali” ed i lavoratori a tempo determinato ai quali non è stato rinnovato il contratto. Secondo un altro sindacato, la CGIL, circa 400mila lavoratori atipici rischiano di rimanere senza nemmeno il contratto a tempo determinato mentre l’ISTAT denuncia che sono andati distrutti almeno 781.000 posti di lavoro dall’inizio della recessione. La disoccupazione tra chi ha meno di 25 anni è balzata dal 18 al 27 per cento in solo un anno e mezzo. I giovani senza lavoro e senza futuro rappresentano l’autentico problema di oggi.
Nell’isola d’Ischia - che ha una capacità ricettiva di circa 24mila posti-letto “ufficiali” e circa 3 mila imprese registrate dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Napoli nel 2007 di cui 753 alberghi e ristoranti e 1786 esercenti il commercio all’ingrosso ed al dettaglio – la forza lavoro disponibile è di circa 13 mila lavoratori di cui circa novemilacinquecento lavoratori stagionali iscritti al Centro per l’Impiego che entrano ed escono dallo stato di disoccupazione usufruendo con sei mesi di lavoro dell’indennità di disoccupazione del 60 per cento dell’ultimo stipendio per gli altri sei.
Questi lavoratori sono “precari a vita” o “iperprecari” nell’isola che ha raggiunto uno sviluppo “ipermaturo” e costituiscono la nuova classe operaia del XXI secolo nell’isola che da terra di emigrazione è diventata terra di immigrati che sono circa 1000 regolarmente iscritti al Centro per l’Impiego. Questa classe operaia di “iperprecari” non canta più o forse non conosce nemmeno “Bandiera rossa”. Non si sente rappresentata dai sindacati e non vi aderisce nella stragrande maggioranza. Anzi teme che l’iscrizione al sindacato possa “segnalare” un demerito o addirittura un “timore” per una assunzione stagionale presso un imprenditore locale.
Se questa è la classe operaia l’imprenditoria locale teme per il futuro nel tempo della globalizzazione, della competizione mondiale, della rivoluzione della telematica. Così come l’operaio teme per il mancato salario il capitalista teme per il mancato profitto. L’incertezza per il futuro sembra il sentimento prevalente nell’animo del lavoratore e dell’imprenditore.
Come uscire da questa incertezza?
Giuseppe Mazzella non ha ricette magiche ma propone una politica del lavoro e dello sviluppo “pubblica” e si schiera contro il “liberismo sfrenato” anche perché la cosiddetta “offerta formativa” dei soli 4 istituti della scuola media superiore è altissima: gli studenti che frequentano i 4 Istituti superiori (liceo classico e scientifico, ragioneria e per geometri, alberghiero, meccanico-termico con gli indirizzi turistico, nautico, abbigliamento e moda) sono 3.272 nell’anno scolastico 2008/2009 mentre i diplomati nell’anno scolastico 2007/2008 sono stati 511 e questo senza contare circa 1000 studenti universitari.
Parte da lontano Mazzella, dalla sua esperienza personale a quel convegno della Confindustria che si tenne ad Ischia nel 1969 sulla funzione economica e sociale dell’impresa e dalle sue esperienze di giornalista locale e di funzionario pubblico per oltre trent’anni, per tracciare un excursus dello sviluppo economico e sociale dell’isola d’Ischia dal 1970 ad oggi e per rilanciare la Programmazione Economica dello “sviluppo locale” in una realtà che è un “distretto industriale e turistico paradigmatico” convinto che in una economia aperta non esistono “variabili indipendenti” e come l’imprenditore tende alla massimizzazione del profitto così l’operaio o l’impiegato tende alla massimizzazione del salario o dello stipendio. Il compito di “dirigere” l’economia è dei Poteri Pubblici a tutti i livelli ma nel nostro “distretto industriale-turistico paradigmatico” lo “sviluppo dal basso” deve essere diretto dal Comune con una classe imprenditoriale cosciente del ruolo sociale dell’impresa e con una classe “educatrice” costituita da 4 capi d’Istituti Superiori e di un Capo del Centro di Educazione Permanente e di circa 400 docenti nei soli 4 Istituti Superiori capace di risvegliare la società civile. Questa è la Terza Via di Mazzella per riconquistare la speranza di un futuro meno incerto per i figli e più sereno per i padri e le madri.
Ma le speranze che non si colorano di realtà sono illusioni.
BIOGRAFIA
Giuseppe Mazzella è nato a Casamicciola nell’isola d’Ischia il 26 giugno 1949, sposato con Tullia di Castro, ha due figli , Francesco e Sarah.
A 19 anni nel 1968 si diploma ragioniere e perito commerciale presso l’Istituto Mattei di Casamicciola e si iscrive alla Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Napoli che frequenta – disordinatamente – fino al 1974 non completando gli studi. Nel 1970 inizia la sua attività giornalistica con la “Tribuna Sportiva dell’isola d’Ischia” per poi passare a “Il Giornale d’Ischia” nel 1972 dove - prima da collaboratore poi da redattore capo e direttore responsabile - resta fino alla chiusura del giornale nel giugno 1975.
Nel 1972 è iscritto all’Ordine dei Giornalisti, elenco pubblicisti. Nel 1975 è eletto consigliere comunale di Casamicciola Terme nella lista del PSI e rieletto nel 1981 per poi lasciare il Consiglio ed il PSI nel 1983 definendosi, sempre, tuttavia “socialista liberale”.
Dal 1976 al 2001 è funzionario responsabile dell’ Ufficio Stampa della Provincia di Napoli , assumendo anche nel 1997 la direzione responsabile dell’Agenzia Stampa “La Provincia di Napoli” per nomina del Presidente, Prof. Amato Lamberti , ed in questa veste è testimone del lungo dibattito istituzionale sul ruolo dell’Ente Intermedio“ schiacciato” dalla Regione e dal Comune e segue tutte le iniziative ( mostre, conferenze, dibattiti, convegni) dell’Ente per 26 anni sotto 8 Presidenti ed un centinaio di assessori e consiglieri provinciali. Il Capo dello Stato, Francesco Cossiga, con decreto del 2 giugno 1989, gli conferisce l’onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica.
Per circa trent’ anni collabora come free lance a quotidiani, riviste, agenzie di stampa fra i quali il “ Roma”, “ Il Mattino”, “ Il Giornale di Napoli”, “ Follow me”, l’ Agenzia Giornalistica Italia ( AGI), “ La Rassegna d’ Ischia”, “ Le Province”, “ Il Denaro” .
Dal 1983 – dopo aver lasciato la politica attiva – e fino al 2000 collabora con una rubrica fissa prima al “Settimanale d’Ischia” e poi a “Il Golfo” e dal maggio 1980 al maggio 2006 cioè per 26 anni è corrispondente da Ischia e Procida dell’Agenzia ANSA.
Per circa 10 anni è Presidente della Pro Casamicciola Terme e nel 2000 fonda il Museo Civico di Casamicciola Terme di cui resta direttore onorario fino al giugno 2004 e rivitalizza, salvando l’immobile dalla vendita all’ asta disposta dall’Agenzia del Demanio ( 2002), l’Osservatorio Geofisico sulla Gran Sentinella per farne un Centro Culturale Polivalente e sede scientifica del Centro Studi su l’Isola d’Ischia secondo l’aspirazione del prof. Cristofaro Mennella (1907-1976).
Dal dicembre 1999 e fino al dicembre 2008 è stato Presidente del Centro Studi su l’isola d’Ischia, avviando anche un primo “Osservatorio Economico sullo Sviluppo”.
Ha raccolto parte della sua attività giornalistica nei libri “Ischia, sul filo del rasoio” (1986); “Tempi d’Ischia“ (1988); “Ischia, oltre la cronaca” (1991) e “Ischia, l’isola che non c’è” (1999).
Dal febbraio 2002 e fino al 31 dicembre 2009 è stato funzionario responsabile del Centro per l’Impiego di Ischia ed ha partecipato attivamente all’attuazione della Riforma del mercato del lavoro anche sul piano locale.
Con la riforma universitaria “ recupera” parte degli esami sostenuti ad Economia e Commercio e si iscrive alla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università Federico II di Napoli dove si laurea nella sessione estiva dell’anno accademico 2005/2006 in Scienze Politiche dell’Amministrazione discutendo con il prof. Raffaele Feola, Preside della Facoltà, una tesi in Scienza Politica su: “Il referendum popolare nella Costituzione della V Repubblica Francese-da de Gaulle a Mitterrand – Analogie e diversità con la democrazia italiana verso la II Repubblica”. La tesi, consultabile su www.tesionline.it, reca la dedica: “Alla Memoria di mio Padre, Francesco Mazzella (1900-1977), addobbatore e musicista, ed a Quella di Mia Madre Anna Monti (1911-2003), sarta e commerciante, che tanto vollero per me questa laurea. Scusate il ritardo. Ma noi non ci siamo mai lasciati”. Scrive anche una “appendice” alla tesi alla luce del dibattito sulla riforma costituzionale in Italia.
Suoi interventi sono apparsi, in questi ultimi anni, su “La Repubblica”, il “Corriere del Mezzogiorno”, “Il Golfo”, nel supplemento Lavoro del “Corriere della Sera” e sui siti www.ischia.it, www.ischia.org, www.teleischia.it e www.tesionline.it
E’ fra i promotori dell’Osservatorio sui fenomeni socio-economici dell’isola d’Ischia (2009).