La kermesse «Le acque termali… e la ferita di Garibaldi. Nel 150° dell’Unità d’Italia», organizzata dall’Azienda A.C.S. Turismo delle due isole flegree, si sposta al Procida Hall con film e documentari, alcuni rari e tutti di assoluto interesse, curati da Alberto Castellano.
«Un garibaldino… al cinema» è il suggestivo titolo della rassegna cinematografica tematica in programma nella sala del Procida Hall di Procida dal 22 al 29 settembre, nell’ambito della riuscitissima manifestazione organizzata dall’Azienda Autonoma di Cura, Soggiorno e Turismo delle isole di Ischia e Procida intitolata «Le acque termali… e la ferita di Garibaldi. Nel 150° dell’Unità d’Italia», inaugurata lo scorso 29 agosto al Palazzo Reale. Dopo il notevole successo di pubblico e di critica che ha caratterizzato – nei giorni scorsi - i concerti, le mostre, i dibattiti della prima fase di questa kermesse che si sta rivelando di assoluto interesse mediatico, storico e scientifico nella rilettura dei fatti del Risorgimento italiano, gli appuntamenti riprendono sul versante spettacolare, spostandosi da Ischia a Procida, come si è detto, in un tourbillon di film e documentari dedicati all’Eroe dei due mondi, alcuni dei quali rari e tutti di assoluto interesse. «Il più popolare personaggio storico italiano – spiega il curatore della rassegna, Alberto Castellano, saggista e critico molto noto - appare come la figura-chiave del Risorgimento perché il suo percorso storico-politico annoda idealmente l’Unità istituzionale dell’Italia, la frattura reale tra le due Italie, il mai sopito separatismo leghista, l’intermittente revanscismo meridionalista.
Il cinema che pure da sempre ha affrontato con una certa disinvoltura ricostruzioni storiche e operazioni biografiche e agiografiche, ha dovuto fare i conti con una materia complessa e sfuggente, se non altro perché nonostante una vocazione mitopoietica ha dovuto “prendere le misure” a un’icona debordante nell’immaginario. Eroe (inter)nazional-popolare, dotato di un carisma trascinante, diventato celebre in tutto il mondo per le sue imprese militari, audace condottiero ma anche marinaio, coltivatore e allevatore, stratega ma anche politico in rapporto conflittuale con Cavour e divergente ideologicamente da Mazzini, sempre a contatto con i soldati e la gente ma anche esule e solitario, Garibaldi ha trovato la sua consacrazione pure sullo schermo con opere che lo hanno raccontato dalle angolazioni più diverse, ma tutte attraversate dall’intenzione di evitare la facile esaltazione o apologia. Questa rassegna vuole in qualche modo rileggere l’eroico personaggio sotto vari aspetti ma anche esemplificare le forme e i linguaggi possibili per rappresentarlo». Scorrendo i titoli, «1860», «Un garibaldino al convento», «Camicie rosse», «Viva l’Italia!», «Bronte», si nota che portano la firma di autori come Blasetti, De Sica, Alessandrini, Rossellini, Vancini. «L’eroe dei due mondi» è invece un esperimento divulgativo di animazione realizzato da Guido Manuli con la collaborazione di Maurizio Nichetti. Il televisivo «Anita. Una vita per Garibaldi» di Aurelio Grimaldi focalizza l’attenzione sulla mitica compagna di Garibaldi, al centro anche di «Anita Garibaldi», un raro cortometraggio muto di Mario Caserini, mentre il documentario di Lamberto Lambertini «Da Caprera a Caprera» rende omaggio al Generale attraverso le testimonianze e i luoghi.
Tutto il programma
«Un garibaldino… al cinema»
Isola di Procida, 22-29 settembre 2011
22 settembre 2011 – Procida Hall
ore 18.30 “1860” di Alessandro Blasetti con Giuseppe Gulino, Aida Bellia - Italia 1934 - 74'.
Blasetti affronta il Risorgimento dall’inedito punto di vista dei contadini siciliani (un’angolazione quindi populista) e vuole stabilire una continuità tra fermenti "rivoluzionari" risorgimentali e "rivoluzione" fascista. Il tema storico è trattato con un realismo spoglio ed efficace, che restituisce certi umori popolareschi e dialettali. L'impronta realistica è tanto forte che, nonostante il finale che unisce in un abbraccio ideale camicie rosse garibaldine e camicie nere fasciste (finale comunque sparito nelle copie in circolazione nel dopoguerra), il film continuò ad essere apprezzato anche dopo la caduta del fascismo come esempio di epica nazional-popolare, con anticipazioni del neorealismo. Non è difficile poi “riconoscere la parentela con il Griffith di “Birth of a Nation” e, più ancora con l’Eisenstein di “Que viva Mexico” o il Pabst del “Don Chisciotte” “ (Georges Sadoul).
ore 21.00 “Un garibaldino al convento” di Vittorio De Sica con Leonardo Cortese, Carla Del Poggio - Italia 1942 – 86’.
Alla sua quarta regia Vittorio de Sica celebra l’epopea risorgimentale con un film che prosegue il filone leggero delle fanciulle impertinenti dei primi lavori (“Maddalena: zero in condotta”, “Teresa Venerdì”), ma al tempo stesso testimonia quello spirito di passione e ribellione giovanile che mosse il nostro Risorgimento ma che raramente emerge in altre opere sull’argomento. La storia d’amore tra Mariella e il garibaldino resta sullo sfondo e l’escamotage di narrare la vicenda in flashback vena di sottile malinconia l’esito infelice dell’amore tra i due giovani, visto che Franco non sopravviverà alle guerre di indipendenza e Mariella consacrerà tutta la sua esistenza al ricordo dell’amato. Per un’aderenza storica anche figurativa piuttosto inconsueta per l’epoca, le scene in esterni si ispirano alla pittura risorgimentale di Lega e Fattori. Sul set nacque l’amore tra Maria Mercader e Vittorio De Sica.
23 settembre 2011 – Procida Hall
ore 18.30 “Camicie rosse (Anita Garibaldi)” di Goffredo Alessandrini con Anna Magnani, Raf Vallone – Italia/Francia 1952 – 106’.
Inseguito dalle truppe borboniche e austriache, Garibaldi si dirige verso San Marino dove lo raggiunge Anita che muore vicino a Ravenna. Scritto tra gli altri da Enzo Biagi, il film ebbe una lavorazione molto movimentata perché anche se era stata proprio Anna Magnani, ex moglie di Alessandrini, ad imporlo alla produzione, durante le riprese tra i due ci furono forti contrasti artistici: l’attrice aveva un temperamento neorealistico, immediato mentre lui aveva la vocazione per le ricostruzioni di massa e l’esteriorità dell’avventura. A metà delle riprese Alessandrini si ammalò e la Magnani chiese a Visconti di portare a termine il film, ma lui rifiutò e propose Francesco Rosi. Il risultato fu un film d'impianto nazional-popolare con pagine efficaci, con la Magnani che disegnò una veemente Anita ma esasperando il suo protagonismo e un Raf Vallone che interpretò un Garibaldi troppo statico.
ore 21.00 “Viva l’Italia!” di Roberto Rossellini con Renzo Ricci, Paolo Stoppa – Italia/Francia 1961 – 106’.
La spedizione dei Mille viene raccontata da Rossellini con l’esplicito intento di capovolgere la genesi celebrativa del film (commemorazione del centenario dell’evento), contrapponendo alla tradizionale retorica agiografica che ingessava il Risorgimento in una dimensione epico - mitologica, una ricostruzione in termini di rigorosa oggettività didascalico - divulgativa. In questo caso la Storia perde il suo alone di solennità per farsi cronaca realistica.
Secondo molti critici il Maestro del Neorealismo non è riuscito del tutto ad essere fedele alle intenzioni, assumendo a volte proprio quel tono celebrativo che si era ripromesso di evitare. Il film in effetti alterna momenti di spoglia e incisiva concretezza narrativa e descrittiva e sequenze nelle quali il regista fatica a sfuggire ad un'impostazione troppo convenzionale e solenne, finendo prigioniero del suo stesso intendimento di essere puro illustratore di fatti.
28 settembre 2011 – Procida Hall
ore 18.30 “Anita. Una vita per Garibaldi” di Aurelio Grimaldi con Maurizio Aiello, Milena Toscano – Italia 2007 – 90’.
Nel 1839, in Brasile, Ana Maria de Jesus Ribeiro da Silva, detta Anita, orfana di padre, vive a Laguna, una cittadina di provincia, con sua madre che fa la domestica. E’ una ragazza vivace e determinata che vuole ad ogni costo cambiare il corso della propria vita e quando un giorno approda a Laguna Giuseppe Garibaldi, fuggito dall'Italia, s’innamora e decide di partire con lui diventando la sua Anita...
Realizzato nel 2007 in omaggio al bicentenario della nascita di Garibaldi, il film mai uscito nelle sale e programmato in tv, analizza per la prima volta la figura di Anita, in genere un po’ offuscata, e ripercorre lo struggente, epico e drammatico amore dei due rivoluzionari legati dalla forza fisica, dall’amore, dalla sete di libertà, dal gusto dell’avventura e della sfida da quando lei conobbe a 18 anni l’”Eroe dei due mondi” alla prematura morte a soli 27 anni con il quinto figlio che portava in grembo.
ore 21.00 “Anita Garibaldi” di Mario Caserini con Maria Gasperini – Italia 1910 – 11’.
È il ritratto di Anita, la compagna eroica di Giuseppe Garibaldi che lottando in America per la libertà di quel popolo, si innamora della giovanissima Ana Maria (l'attrice è Maria Gasperini, moglie del regista). Dopo il ritorno in Italia dell’Eroe e durante la sua fuga verso Venezia, la vicenda tragica di Anita si conclude nelle paludi di Comacchio con la sua morte.
Agli inizi del 1900 il cinema italiano, impegnato soprattutto nelle proiezioni di film stranieri come quelli prodotti dai Lumière e da Edison, finalmente cominciò a occuparsi in maniera significativa del tema del Risorgimento, trovando il consenso di molti spettatori che avevano partecipato da Garibaldini all'Unità d'Italia.
“Da Caprera a Caprera” di Lamberto Lambertini – Italia 2007 – 50’.
Il documentario si compone di tre parti: “Calatafimi” (20’), “Caprera” (20’), “Morte di Anita” (10’)
Il film sarà presentato dall’autore e da Paolo Peluffo.
“Caprera diventa il punto di partenza, e d'arrivo, per conoscere meglio l'animo di un Eroe ancora tanto discusso, e per comprenderne il perdurare della fama, del culto. Nell'aspro silenzio di Caprera si respira un'aria di laica religiosità. Si sente ancora il respiro del Vecchio Generale, amato e riverito come un modello, un maestro, ma anche uno di famiglia. Nel silenzio ritmato dal mare e dal vento, il suo stile di pensiero, la sua gentilezza, la sua voce da baritono leggero, i suoi metodi di lotta, la sua attenzione ai problemi degli umili, non sono stati dimenticati. I suoi ideali restano forti, attuali, talmente profetici nella loro semplicità, da lasciarci immaginare che possano essere ancora utilmente applicabili al nostro tempo. Uomo dalla popolarità planetaria, Garibaldi fu uno dei pochi eroi ad essere glorificati in vita. Poi scelse l’esilio volontario nell’isola di sua proprietà, deluso dalla politica e dal mondo, carico di dolori e di rimpianti, ricco dei suoi immutati ideali, proteso verso le sue utopie” (Lambertini).
29 settembre 2011 – Procida Hall
ore 18.30 “L’eroe dei due mondi” di Guido Manuli – Animazione – Italia 1994 – 82’.
Una tempesta fa naufragare su un'isola Piccolo e il cagnolino Spazzola. Deciso a ritrovare il padre e i due fratelli maggiori, il bambino incontra un vecchio che vive in solitudine attorniato da quattro animali (il cavallo Quarto, il gattone Radetzky, la capra Caprera e il pappagallo Piemonte) e racconta di aver conosciuto Garibaldi. Piccolo ascolta le parole semplici del vegliardo, che riepiloga le avventure del giovane eroe nato a Nizza e apprende infine stupito dal padre ritrovato che il vecchio ed amabile narratore è proprio Giuseppe Garibaldi, l'Eroe dei Due Mondi.
Commissionato a Manuli (che l'ha sceneggiato con Nichetti) dall'Istituto Luce e RAI2, costato 3 anni di lavoro, è un film propedeutico per ragazzi/bambini di ingenuità e semplicità che risultano oleografiche a livello figurativo e agiografiche sotto il profilo narrativo. Apprezzabile per il brio delle gag comiche e il garbato antropomorfismo degli animali.
ore 21.00 “Bronte - Cronaca di un massacro che i libri di storia non hanno raccontato” di Florestano Vancini con Ivo Garrani, Mariano Rigillo – Italia/Iugoslavia 1972 – 110’.
Poco dopo l’impresa dei Mille, mentre si progetta una riforma agraria, scoppia a Bronte, presso Catania, una violenta rivolta popolare. Il generale Bixio fa arrestare 150 rivoltosi e fucilare i 5 maggiori indiziati. Basato su documenti d'epoca, scritto con Nicola Badalucco, Fabio Carpi e Leonardo Sciascia, il film vuole dimostrare come la Sicilia sia rimasta sempre la stessa, coi suoi privilegi, i suoi nobili arroganti e lazzaroni, il suo popolo sempre sfruttato. E affronta l'argomento con serietà e impegno, espone i fatti con secca, implacabile precisione e raggiunge in alcuni momenti un dolente afflato epico. Lucida lezione di controinformazione storica, duramente attaccato da destra e da sinistra, suscitò un ampio dibattito tra storici, intellettuali e politici. Il film nacque nel 1970 come progetto per un film per la Rai in tre puntate mai messo in onda e nel 1972 fu realizzata la versione cinematografica.
Chi è Alberto Castellano
Saggista e critico cinematografico napoletano, ha scritto per “Il Mattino” dal 1989. Autore di numerosi saggi e volumi dedicati a Franchi e Ingrassia, Douglas Sirk, Carlo Verdone, alla comicità e al doppiaggio, ha fatto parte della commissione di selezione della Settimana della Critica della Mostra del Cinema di Venezia dal 1997 al 2000 ed è stato professore a contratto di Semiologia del Cinema all’Università di Fisciano-Salerno. Studioso e appassionato del cinema americano di genere, del cinema comico italiano di serie B, negli ultimi anni ha approfondito i modelli narrativi, gli stili, le correnti e gli autori di alcune cinematografie asiatiche (Cina, Giappone, Corea, Iran). E’ da poco uscito edito da Gremese il suo libro su Clint Eastwood, riedizione aggiornata di una monografia del 1988