Sta crollando l’ex-Capricho de Calise a Casamicciola proprio al centro della Piazza della Marina. Appena eletta due anni fa la nuova amministrazione del sindaco Giovan Battista Castagna aveva iniziato con una manifestazione spettacolare: tutti a pulire il grande complesso con scope e spugna per dare un esempio di volontà di recupero. E dopo? Non è mai stato nominato un custode, non sono mai stati fatti lavori di manutenzione ordinaria, come se una costruzione in cemento e materiale affine potesse mantenersi da sola protetta solo dai raggi del sole nel suo colore bianco scelto dall’ arch. Ugo Cacciapuoti che lo progettò e realizzò sul finire degli anni ‘50 del ‘900 nel suo stile mediterraneo.
Ma non è ingegnere il sindaco di Casamicciola Giovan Battista Castagna? Come può reggersi un edificio del genere senza una custodia ed una manutenzione ordinaria costante? Ma non ha il Comune – pur senza soldi ed in stato di dissesto finanziario - tre operai che avrebbero potuto stazionare lì e da un lato assicurare una custodia e dall’ altro intervenire con gli interventi possibili di manutenzione in attesa che il Comune decidesse cosa farne anche trovando una transazione con l’Agenzia del Demanio che ne rivendica la proprietà con una semplice lettera? Non ha il Comune due società “partecipate” – l’AMCA e la Marina di Casamicciola – alle quali affidare provvisoriamente la gestione del complesso talmente importante che nonostante la non agibilità tecnica e lo stato di degrado viene richiesto per manifestazioni culturali, artistiche, politiche quasi a testimoniare la necessità di una simile struttura civile nel centro del paese?
Ma come è possibile progettare ed attuare una “Rinascita” per Casamicciola (invocata almeno da 40 anni!) con le rovine del Pio Monte della Misericordia alle quali si sono aggiunte quelle dell’ex-Capricho de Calise che sono diventati i Sepolcri di una cittadina dalle enormi possibilità di espansione economica e sociale che vengono cancellate da una simile insensibilità o incapacità?
Ricorro alla Poesia in questo momento di profonda amarezza. A Foscolo che ci ammonisce che “anche la Speme, ultima Dea, fugge i sepolcri e involve tutte cose l’obblio nella sua notte”. E’ una notte lunghissima quella di Casamicciola, è “na’ nuttata” che non passa per ricordare Eduardo, perché non si intravede l’alba di una inversione di tendenza, di una nuova classe dirigente che sia capace di riavviare uno sviluppo civile nell’ interesse collettivo mentre cresce esponenzialmente una povertà silenziosa come dimostra la nobilissima iniziativa della Catena Alimentare di Nunzia Mattera.
“I Ricordi bisogna saperli abbandonare quando sono troppi” ammonisce Rainer Maria Rilke.
La mia generazione sessantottina ha molti ricordi di battaglie e di proposte perdute ma c’era una passione civile, c’erano i partiti della DC e del PSI e del PCI e perfino il PLI, che vedevano una partecipazione popolare. Non si vive di Ricordi. Si vive di Speranze.
C’è bisogno di un risveglio da questo ottundimento delle coscienze, da questa rassegnazione collettiva, c’è bisogno di un nuovo impegno politico da parte delle nuove generazioni.
Per trovare un’alba dopo questa interminabile notte.