Casamicciola, 1 gennaio 1844 – 17 aprile 1898
Primogenito di otto figli, nacque a Casamicciola nell'Isola d'Ischia, il 1° gennaio 1844, fu affidato fin dai quattro anni al nonno materno, persona profondamente cristiana. Fu naturale per lui accogliere la chiamata al sacerdozio e compì i necessari studi nel seminario vescovile d'Ischia, venendo ordinato sacerdote il 22 settembre 1866.
Dopo un periodo di studi presso il Collegio Romano di Roma, ritornò ad Ischia e il 1° gennaio 1870 fu nominato cappellano della chiesa del Buon Consiglio di Casamicciola, detta anche 'dei marinai', dedicandosi alacremente all'apostolato specie con i fanciulli ed i giovani. In questo periodo, si ritiene, risalga la stesura della 'Vita di s. Giuseppe' e l'inizio della 'Vita di Gesù Cristo'; inoltre il giovane sacerdote Giuseppe Morgera a partire dal 1879, trovò il tempo di andare a predicare fuori dall'isola, allargando la sua opera fino a Napoli e Gaeta.
Nel 1882 l'allora parroco di Casamicciola don Carlo Mennella, fu nominato vescovo ausiliare d'Ischia, continuando però l'ufficio di parroco, quindi don Giuseppe Morgera venne nominato vice parroco il 9 gennaio 1882; l'allargamento del numero dei fedeli di Casamicciola in questa nuova sede, era notevole e il vice parroco dovette affrontare tante situazioni e realtà ben diverse di quando era cappellano della chiesa 'dei Marinai'.
E impegnato in questo compito si trovò, quando il disastroso terremoto del 28 luglio 1883, colpì Ischia ma particolarmente Casamicciola, che fu rasa al suolo completamente. Vittima egli stesso del sisma, si adoperò al limite delle sue forze per soccorrere i superstiti, toccando le vette più alte dell'eroismo nella carità.
Ferito, fu ricoverato in ospedale a Napoli, rimanendovi fino al 26 settembre, nonostante tutte le sue suppliche per ritornare nell'isola; quando sbarcò a Casamicciola, era ancora zoppicante e appoggiato ad un bastone.
Il vescovo ausiliare e suo parroco Carlo Mennella era perito sotto le macerie e Giuseppe Morgera, ancora convalescente, divenne parroco il 16 dicembre, nella distrutta chiesa parrocchiale.
Si dedicò eroicamente alla ricostruzione spirituale e materiale del territorio della sua parrocchia, vincendo innumerevoli difficoltà, poté dopo undici anni, l'8 luglio 1894, far benedire la prima pietra del nuovo tempio, poi completato e consacrato il 31 maggio 1896, dedicato al S. Cuore di Gesù e a S. Maria Maddalena.
Uomo e sacerdote di grande fede ed intelligenza, svolse un'assidua e ammirevole azione pastorale, rivolta alla rinascita in tutti i sensi, della sua comunità così duramente colpita.
Scrittore fecondo, scrisse ben 11 testi di apologia religiosa, pastorale, catechismo, tutti pubblicati e in parte ristampati, negli anni in cui visse. Il Venerdì di Pasqua del 15 aprile 1898, il parroco Morgera, mentre celebrava nel nuovo tempio il rito di benedizione di un nuovo altare di marmo, dedicato a Gesù Crocifisso, seguito dalla celebrazione della Messa, venne colpito al momento della consacrazione da un'improvvisa emorragia cerebrale, tra lo sgomento dei fedeli che affollavano la chiesa; trasportato quasi incosciente nella canonica, perse del tutto l'uso della parola e del movimento. Morì due giorni dopo, il 17 aprile 1898.
Il 13 novembre 1966 i suoi resti furono traslati dal cimitero alla sua ricostruita chiesa parrocchiale; la causa per la sua beatificazione, in fase diocesana, si tenne ad Ischia nel 1991 e prosegue a Roma presso la competente Congregazione. In data 23 aprile 2002 è stato proclamato Venerabile.
Antonio Borrelli