Ischia News ed Eventi - Il vecchio e la politica o la politica dei vecchi

Il vecchio e la politica o la politica dei vecchi

Ciriaco De Mita

Società
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Ho sempre avuto stima per l’on. Ciriaco De Mita. Ho sempre trovato le sue osservazioni politiche negli anni ‘80 quando De Mita era uno degli uomini più potenti d’Italia – segretario della DC dal 1982 al 1989 e Presidente del Consiglio dei Ministri dal 1988 al 1989 e prima ancora molte volte Ministro – di grande acutezza. Chi è in estrema sintesi il “grande politico”? se la Politica è una “Scienza” al pari di tutte le altre tanto da avere una Facoltà Universitaria da circa un secolo che addirittura si chiama “Scienze Politiche” come se fossero e sono più di una come misurare lo spessore di un Politico? Se la Politica non è solo la Teoria ma anche la Prassi come trovare l’equilibrio per misurare il “dire” di un Politico rispetto al “fare”? Ho trovato molti anni fa una buona definizione del Politico. Fu quella che pronunciò il prof. Giuseppe Catturi ad un convegno sul ruolo sociale dell’impresa industriale: “Certamente è da riconoscersi uomo politico soltanto colui che riesce a prevedere il futuro sviluppo sociale dell’intera collettività…”. Ecco allora un buon politico che deve essere ancorato alla gestione del presente ma deve e soprattutto essere in grado di “prevedere il futuro sviluppo sociale dell’intera collettività”.

De Mita mi piaceva per il suo “realismo” ma anche per la capacità di vedere prima il “futuro”.

Cattolico sociale aderì giovanissimo alla Democrazia Cristiana e fondò una “corrente” che si chiamava “sinistra di base” con l’ambizione di contendere i voti alla sinistra laica e marxista soprattutto ai socialisti ed ai comunisti. Avvertì prima di tutti l’impossibilità di andare avanti con una “democrazia bloccata” dal “pentapartito” cioè 5 partiti al Governo- DC,PSI,PDSI,PRI,PLI - che non avevano alternative di governo né a destra per la pregiudiziale nei confronti della “destra” del Movimento Sociale Italiano né a “sinistra” per la pregiudiziale della DC, del PLI e del PSDI,soprattutto, contro il Partito Comunista Italiano. Sostenne De Mita – prima del 1989 – che la DC si doveva aprire ai comunisti. Forse se prima di “tangentopoli” la democrazia “bloccata” del pentapartito avesse avuto la forza endogena di riformarsi e di ripristinare una “alternanza” e di far assumere al PCI la responsabilità di Governo la Storia della giovane democrazia repubblicana italiana sarebbe stata diversa e sarebbe marciata con più sicurezza verso il definitivo consolidamento. Ma non è andata così.

De Mita – uomo più potente d’Italia negli anni ‘80 – subì il dileggio di essere definito “intellettuale della magna Grecia” o lo sfottò per il suo accento avellinese o più esattamente “nuscano” cioè del piccolo paese dove era nato, Nusco, in provincia di Avellino. Dopo la dissoluzione della DC fu eletto deputato nel 1994 con una propria lista al tempo dei collegi uninominali perché il leader referendario in auge, Mario Segni ( che De Mita non stimava) non lo volle in lista. Aderì ‘ai “popolari” ed al neonato Partito Democratico ma se ne uscì perché disse che “non sarebbe morto socialista”. E’ approdato all’UDC e nelle elezioni del 2009 è stato eletto eurodeputato.

Oggi ha 86 anni ed ha annunciato che non si ripresenterà nelle elezioni europee. Ma – colpo di scena – ad ottantasei anni si presenta candidato per le comunali del 25 maggio a sindaco del suo piccolo paese, Nusco,4.280 abitanti nell’avellinese a 914 metri sul livello del mare con uno dei più stupendi panorami della Campania dove De Mita ha una bella casa e dove è sempre vissuto anche con continui spostamenti a Milano, Roma e Strasburgo. Poteva godersi un’ottima pensione di ex-deputato con 50 anni di servizio pubblico,ex-Ministro,ex-europarlamentare. Ha ormai figli e nipoti cinquantenni o poco giù. Ma quando lascia? Ma perché non lascia spazio ai ragazzini? Ma che significa questo impegno a 86 anni? Ma si goda i nipotini!!!!! Ma mi faccia il piacere, direbbe Totò!!!

I giornali nazionali hanno dedicato alla notizia della candidatura di Ciriaco De Mita a sindaco di Nusco ampio spazio. De Mita è ritornato a fare notizia nazionale.

“Torno perché c’è chi a 20 anni è più vecchio di me” ha detto ed ha rimarcato che “solo chi si arrende è vecchio in politica. Ha anche osservato che “in Italia si è introdotta una strana nozione. Non si distingue più tra chi è capace e chi è meno capace ma piuttosto tra chi è giovane e possibilmente donna. Per me la politica significa ragionare e risolvere i problemi. Io così misuro l’età”. Ha citato l’ex-Ministro della prima Repubblica Riccardo Misasi che diceva che in Calabria gli uomini si distinguevano in “concludenti e non” riferendosi a intelligenza e capacità”.

Alla domanda sul perché vuole diventare sindaco di Nusco ha risposto che si propone di “ricostruire la comunità” perché oggi “in Italia sia nelle metropoli che nei piccoli centri c’è una disgregazione lacerante”.

La legge n.81 del 1993 sull’elezione diretta del sindaco impone al candidato di allegare un programma quasi per “solennizzare” le promesse, per impegnare maggiormente il candidato nei confronti dell’elettorato. Non è servita nemmeno l’obbligo di Legge per cambiare questi “pezzi di carta”. E’ diventato un adempimento inutile. Tanto i programmi sono pezzi di carta.

De Mita ha quindi fatto un programma di “poche parole. Una frase di Aldo Moro che “disse che il programma non è un arido elenco di cose da fare e con il solo impegno di ricostruire la comunità perché il futuro è legato alla ricomposizione di valori come la sensibilità, l’amicizia, la condivisione”.

Sono osservazioni molto forti che valorizzano l’impegno di un giovane di 86 anni poiché ovunque in Italia si stanno disgregando le Comunità locali. Un tempo c’erano i partiti con le loro sezioni. Luoghi di formazione politica, di dibattiti e scontri, dove la Comunità locale si faceva protagonista di se stessa. Il programma elettorale della lista non era imposto dalla Legge ma nasceva nella sezione con la partecipazione di tutti gli iscritti ed il candidato al Comune doveva rappresentare la sezione intera e tutte le istanze degli iscritti. Ricordo i dibattiti infuocati nella sezione del PSI di Casamicciola negli anni ‘70 per il programma elettorale e la scelta delle alleanze. Eppure non c’era la stampa locale quotidiana o internet con Facebook. C’era però una “partecipazione reale e non virtuale”. Si facevano i comizi nelle piazze, nei rioni, nei quartieri. La Comunità partecipava e prendeva posizione.

Oggi questa partecipazione sostanziale non c’è più. Ricostruire la “sensibilità” verso i “beni comuni”, l’”amicizia” vera fra i cittadini anche con opposte idee ed infine lottare affinché un programma sia “condiviso” e sia preso sul serio, sono valori fondanti di una Democrazia.

Confermo la stima e l’ammirazione per Ciriaco De Mita e gli auguro di vincere le elezioni.

Si è giovani a 80 anni e vecchi a 20 ed invito i giovani-vecchi a prendere esempio da un vecchio-giovane.