Per iniziativa della Fondazione Premio Ischia Internazionale di Giornalismo ( ormai alla 38sima edizione) promossa – nel ricordo del padre Giuseppe, pioniere della stampa locale – dai fratelli Benedetto ed Elio Valentino è stata realizzata per la prima volta nell’ isola d’ Ischia una Emeroteca con una sede “ fisica” ( non cosa di poco conto al tempo “ virtuale”) al Corso Vittoria Colonna ad Ischia Porto, la città capoluogo dell’ isola ed alla quale tutti dobbiamo fare riferimento per realizzare il “ Comune Unico” dell’ isola d’ Ischia.
Benedetto ed Elio hanno voluto il 30 dicembre 2016 convocare tutti i giornalisti dell’ isola ( una cinquantina) per un brindisi di fine d’ anno, per annunciare la loro realizzazione, per mettere un punto – “ solido” e non “ liquido” – per la costruzione di una categoria professionale di lavoratori dell’ informazione al tempo di internet. Impresa difficile. Permangono le divisioni.
Ma oggi che cosa è non difficile?
Viviamo un tempo di forte instabilità ed incertezza della politica. Dopo il referendum del 4 dicembre 2016 non sappiamo quale legge elettorale avremo, come andremo a votare e per chi al tempo dei partiti “ liquidi” dove può vincere il leader “ virtuale” che conquista voti con facebook e che non conosce nulla e non sopporta nulla dai nostri territori. Abbiamo una scadente classe dirigente nei nostri sei Comuni e non riusciamo a farne uno solo.
Viviamo un tempo in cui non si sa il ruolo che potranno svolgere la Regione Campania e la neonata Città Metropolitana di Napoli, nata nel 2015 al posto della Provincia di Napoli dopo oltre 200 anni, per assicurare un ordinato sviluppo urbanistico alla nostra località che ha visto una crescita impetuosa negli anni ‘ 60 e ‘ 70 del ‘ 900 detti del grande saccheggio ambientale e poi – logicamente – una lunga fase di ristagno ed oggi però di risveglio rispetto al nuovo modello universale dello sviluppo economico detto della “ globalizzaione”.
Cosa può servire oggi un richiamo al passato? Serve. Mai forse come oggi in Italia c’è una necessità a grandi come nei piccoli livelli di un richiamo alla nostre “ Radici”.
Dobbiamo riflettere sul nostro passato, esaminare con freddezza il presente e andare avanti per l’ avvenire perché la Storia non si ferma.
Se dobbiamo ringraziare i nostri Padri per quanto hanno fatto per noi ed esaminare il nostro percorso di vita – quanto abbiamo potuto fare per noi stessi e noi per i nostri figli noi che veniamo dalla “ rivoluzione” del ‘ 68 ? – dobbiamo pur fare qualcosa per i nostri nipoti. Che società consegniamo loro?
Una Emeroteca della Stampa Locale che ricordi che siamo partiti dal secolo decimonono per “ progettare” uno sviluppo migliore della nostra comunità civile così antica e legata alla terra ed al mare dai quali ricaviamo ieri ed oggi la sussistenza e la felicità può e deve essere di straordinaria importanza.
Siamo partiti da un’isola di contadini e pescatori analfabeti ed abbiamo raggiunto la lettura e la scrittura. Trovate alla Emeroteca le battaglie de “ Il Gerone” e poi quelle di Mons. Buonocore con la sua rivista “ La Lettura” ma soprattutto trovare tutte le cronache ed i commenti e le polemiche della seconda metà del 20simo secolo, quella della grande espansione dell’ isola d’Ischia.
Il giornale locale nacque negli anni ‘ 50 e proseguì nei ‘ 60 del ‘ 900 come strumento della nuova democrazia repubblicana e del nuovo modello di crescita economica fondato sull’ intuizione del grande mecenate, Angelo Rizzoli ( 1888-1970), e sulla capacità di crescita di una classe imprenditoriale endogena che riceveva il sostegno e l’ aiuto dello Stato attraverso l’ intervento straordinario che assumeva le forme della “ Cassa per il Mezzogiorno”.
Nacque come strumento del neocapitalismo ma impiegò tempo per affermarsi in un tempo in cui la società NON era ancora della “ Comunicazione”. Non c’era ad Ischia una linotype che poteva comporre il giornale. Bisognava andare a Napoli nelle tipografie attrezzate. Così come a Napoli c’erano le” zincografie” per i cliché.
La stampa era in bianco e nero. I corrispondenti dei quotidiani napoletani e nazionali mandavano le notizie via telefono al servizio “ stenografico” per quelle urgenti mentre i pezzi di cronaca locale più lenti potevano essere inviati per posta “ fuori sacco”.
E’ un mondo di appena 40 anni fà ma oggi al tempo di internet, dei telefonini , della foto immediata, e della immediata notizia piccola o grande immediatamente diffusa in tutto il mondo via web, sembra preistoria.
La stampa locale in maniera definitiva entra nel costume isolano di circa 60 mila abitanti – una cifra di una media città italiana ma qui abbiamo l’ aggiunta che per un lungo periodo dell’ anno diventiamo molti di più per effetto del turismo – agli inizi degli anni ‘ 70 e da allora con nascita e chiusura di testate non è andata più via anche perché è arrivata la “ società dell’ informazione”.
Vivo la situazione di privilegio di essere nato nell’ epoca pionieristica ma di aver continuato al tempo di internet.
Ma ricordo come tempo felice quei tre anni - dal 1972 al 1975 - dove con l’ indimenticabile amico Franco Conte imparai a fare il giornalista con la macchina per scrivere Olivetti 45, la chiamata telefonica in “ R” cioè a carico del destinatario il giornale o l’ agenzia, la stampa in tipografia su macchina piana a Napoli alla tipografia “ Lampo” del barone Torella con il “ proto” ( il capo della tipografia) Salvarezza, l’ arrivo delle mille copie del giornale col traghetto, la distribuzione.
Cominciai come “ collaboratore” poi divenni “ redattore” ed ancora “ redattore capo” e poi infine “ direttore responsabile”. Avevo poco più di vent’anni.
“ Nulla cambia” scrissi nel mio unico editoriale su “ Il Giornale d’ Ischia” n. 4 anno V del 18-25 aprile 1975 e vederlo raccolto insieme a tutti gli altri numeri ed insieme a tutto quanto è stato stampato in due secoli mi ha fatto una certa impressione.
Una emozione forte. In fondo non sono mai venuto meno ( o almeno c’ho provato) a rimanere fedele a quell’ impegno: un giornalismo locale che è legato al Continente;che vede nella Regione il nuovo Ente Locale al quale fare riferimento per la “ Repubblica delle Autonomie” insieme alla Provincia ed ai Comuni; una “ democrazia avanzata” cioè l’ accordo politico tra cattolici e socialisti per la politica di Pianificazione Territoriale e di Programmazione Economica e soprattutto quella educazione professionale a dividere “ il fatto dal commento” appresa leggendo e studiando “ Panorama” di Lamberto Sechi.
Forse è cambiato tutto rispetto a quel “ Nulla cambia” – la tipografia è scomparsa con la linotype e possiamo fare un blog e fare noi stessi un giornale – ma il modo di fare un buon giornalismo è lo stesso di prima. I Grandi Maestri restano. Le Grandi Lezioni non possono essere dimenticate.
Forse sono aumentate le Responsabilità della Stampa – nazionale e locale – perché il Giornale oggi è l’ unico luogo “ solido” per riflettere sul presente e progettare il futuro perché i partiti della prima Repubblica sono scomparsi ed il Muro di Berlino è caduto da 27 anni.
L’ Emeroteca della Stampa Locale diviene quindi un luogo fondamentale per riformare una categoria di lavoratori dell’ informazione locale e per costruire una nuova classe dirigente che dal passato trae insegnamento per il presente ed il futuro.
Oggi se abbiamo una libertà di stampa – soprattutto attraverso i social – per chi lavora nel giornalismo esiste un problema di Editoria: trovare o formare un Editore e avere compensi adeguati per il proprio lavoro.
Su questo credo che bisogna discutere per il 2017.
Casamicciola, 1 gennaio 2017-01- 01