Furono formidabili gli anni ‘60 del ‘900 per la nostra gioventù a Casamicciola.
Non avevamo il campo sportivo ed allora le “partitelle” di noi ragazzini poco più che decenni si disputavano nel vialone superiore del complesso Pio Monte della Misericordia sperando che “Cumparone”, il custode, non ci cacciasse via oppure nel campetto di Don Orione o nello spazio dietro le case popolari a Perrone. Eravamo tutti tifosi di squadre diverse ed ognuno aveva il suo “mito” da imitare e ne assumeva il nome.
Così c’era “Altafini” per il milanista, “Manfredini” per il romanista, “Sivori” per lo juventino e perfino “Cucchiaroni” per il sampdoriano!
D’estate gli incontri di calcio si disputavano sulla spiaggia di Suor Angela a piedi nudi ed al tramonto.
Casamicciola aveva il “Cinema Italia” in Piazza Marina gestito da Don Antonio Fraticelli con il piano terra di “secondo posto” ed il primo piano per la “prima classe” ed il gran portellone sul tetto che si apriva per l’areazione.
Era l’unico cinema nel raggio di 20 chilometri da Casamicciola a Forio. La domenica, tre spettacoli, tutta Lacco Ameno veniva a piedi sulla litoranea per vedere il film proposto. Andavo al cinema almeno due volte alla settimana. Sedevo al primo piano in un angolo in fondo a sinistra e mi sdraiavo mettendo i piedi sul posto anteriore se Don Antonio non mi vedeva. C’erano sempre pochi spettatori. La vecchia pellicola si spezzava spesso e l’operatore Franco Migliaccio “Marconi” doveva aggiustarla e accendere le luci. Alle proteste Don Antonio mi rispondeva sulla vecchia pellicola che “non sempre si possono mangiare maccheroni e carne. Accontentati della frittata!”. Il “Cinema Italia” è stato la mia prima fucina “culturale”.
La chiusura del Cinema è stata una perdita esiziale per la decadenza civile di Casamicciola. E’ scomparso da circa o oltre vent’anni.
Ma era a Natale che si verificava l’animazione più forte. La novità la portò Gino Barbieri – credo nel 1964 o 1965 – poco più che ventenne: portò lo spettacolo di varietà con il presentatore, i cantanti, la subrette ed il complesso musicale. Lo spettacolo si chiamava “Senso Unico” e si teneva nel grande salone di ingresso del Pio Monte della Misericordia che era la grande strutture civile non solo per Casamicciola ma per tutta l’isola perché gli altri Comuni a quel tempo non avevano una sala capace di ospitare circa 300 persone.
Nel salone si tenevano anche altri spettacoli come “La Cantata dei Pastori” messa in scena da Rino Gamboni, bruttissimo feroce Belfagor, il capo dei diavoli e la “Cantata” si apriva con il monologo di Pluto, il re degli inferi, impersonato da Onofrio Lamonica il cui soprannome della famiglia era “o’ diavolo” e Onofrio era talmente facilmente truccabile che sembrava un vero diavolo.
La rappresentazione della “Cantata dei Pastori” era una ricorrenza fissa alla quale partecipava tutto il paese e la “Cantata” era molto conosciuta prima ancora che la riscoprisse Peppe Barra.
Ma quel Natale Gino Barbieri allestì lo spettacolo di varietà. Qualcosa di mai visto. La sigla “Senso Unico” uscì a Gino di getto ed Enrico Roja – il capo della band de “I Jokers” – la musicò anch’egli in un baleno.
Gli altri “Jokers” erano il napoletano De Luca al piano, gli ischitani Nik Pantalone al Basso e Saverio Toma al sassofono ed il siciliano-foriano Salvatore Cucinotta alla batteria con Enrico Roja alla chitarra. Credo che cantava anche Giovanni D’Amico. Non credo che esistano fotografie dello spettacolo o filmati. Sono passati oltre 50 anni e Gino mi fece collaborare ai testi così sul manifesto uscì per la prima volta il binomio Barbieri-Mazzella.
Questa tradizione teatrale era ben radicata nella gioventù. Nel 1965 si costituì il circolo culturale “Impegno Giovanile”, dopo la grande campagna elettorale per le comunali del novembre 1964 con una straordinaria partecipazione tra sostenitori della DC del comm. Antonio Castagna e la Concentrazione Democratica del giovane medico Filippo Maresca (aveva solo 30 anni) soprattutto per iniziativa dei giovani che avevano sostenuto la DC (ero l’unica mosca bianca o rossa perché ero l’unico a 16 anni che aveva sostenuto con gli applausi ai comizi la “Concentrazione”).
Il Circolo “Impegno Giovanile” fu una straordinaria fucina civile di “democrazia repubblicana”. Eravamo circa 30 o 40 iscritti. Organizzavano conferenze, dibattiti, veglioni e spettacoli teatrali. Memorabile fu “Miseria e Nobiltà” di Scarpetta con Sanny Iacono protagonista e la regia di Peppino Silvestri. Poi fu la volta di “O’ Scarfalietto” e “Tre pecore viziose”. Credo che il circolo “Impegno Giovanile”, che aveva una sede in Piazza Marina, durò almeno 5 anni. Gli anni ‘60 videro la nascita delle sezioni dei partiti: la DC, il PSI ed il PCI. Moltissime polemiche e forti personalismi ma la vita vera è fatta di queste cose. Resistettero fino agli inizi degli anni ‘90 e furono chiuse con la fine della “Prima Repubblica”. I “partiti liquidi” non hanno attecchito sostituiti dalle “liste civiche”.
Anche il calcio aveva la sua partecipazione. L’U.S. Casamicciola di Ciro Salvati presidente nel 1963/64 fece un memorabile campionato di seconda divisione e non vinse il campionato per un punto dal Quarto.
Centinaia di persone si spostavano da Casamicciola per raggiungere la domenica il campo sportivo “Ischiaterme” di Forio.
Noi “ragazzini” esclusi dai “grandi” facemmo la “Juve Nizzola” ma poi dovemmo consegnarla ai “grandi” e la presero Angelo Di Costanzo ed il signor Campolin che gestiva l’Hotel dei Platani.
D’estate si organizzavano le Polisportive, i giochi a mare, l’albero della cuccagna e dopo la chiusura delcircolo “Impegno Giovanile” nacque la “Pro Casamicciola Terme” con le sue “caccia al tesoro”.
Nell’estate del 1969 ci fu l’inaugurazione del “Capricho de Calise” perché fu proprio un capriccio di Emiddio Calise che fece del “Capricho” il ritrovo più “in” dell’isola. Durò almeno 10 anni. E lì ho conosciuto Perez Prado, i Ricchi e Poveri, Romano Mussolini, Umberto Bindi, Umberto Boselli e Gegè Di Giacomo.
Nacque la “Banda d’o fasolo” con Gabriele “Cappiello” e Luis “Trentoss” ed i suoi spettacoli in Piazza.
Memorabile il Capodanno del ‘68 in cui Gabriele “Cappiello” augurò a tutti con tanta ironia “un buon 69”!
Scrivo con molta malinconia. Quel clima non c’è più. Non c’è più la partecipazione civile di allora. Sono scomparsi i luoghi ludici della partecipazione civile, sportiva, culturale, politica e senza luoghi il piccolo paese è spento nonostante le luci.
“Cosa resta dei nostri amori?“ canterebbe Charles Trenet.
“Una foto, una vecchia foto della mia giovinezza”.