Ischia News ed Eventi - Futuro della Vela a Napoli negato dalla scelta per le preregate di Coppa America, della ‘colmata’ di Bagnoli.

Futuro della Vela a Napoli negato dalla scelta per le preregate di Coppa America, della ‘colmata’ di Bagnoli.

Vela
Typography

E’ la questione centrale, come solitamente si dice: la madre di tutte le questioni,  che avremmo posta al Sindaco di Napoli e di conseguenza ai Presidenti della  Provincia e della Regione, se il Sindaco avesse mantenuto l’impegno di un pubblico confronto  con le Associazioni,  le Assisi, i Cittadini.  Perché  per le preregate  di Coppa America  si è scelta la  colmata di Bagnoli,  l’unico luogo di tutto  il litorale di Napoli che sicuramente non potrà essere il futuro della vela napoletana?

Non lo potrà essere perché tale luogo non esisterà negli anni  futuri, visto che già dal 2014 inizierà la sua demolizione ed il ripristino della linea di costa, se verrà rispettato quanto previsto dal Piano Regolatore e verranno  mantenuti l’impegno e le promesse dello stesso Sindaco.

Perché, allora, spendere una montagna di soldi su una area da demolire e creare immani problemi ambientali,  di rifiuti, di sicurezza, anziché investire su un sito (da Bagnoli stessa con il porticciolo di  Nisida al Molo S.Vincenzo)  che avrebbe rappresentato il futuro della vela a Napoli?

 

In questi mesi vi è stata unamistificazione radicale, un’alterazione totale  della verità, facendo credere all’opinione pubblica, cittadina e nazionale, che vi fosse un partito,  quello dei soliti ambientalisti,  dei “negazionisti dell’evento”, ed oscurando la questione vera e cioè quella di una scelta irrazionale, incomprensibile per quanti sforzi si possano fare, di un sito in totale contrasto proprio con il futuro di Napoli, quale città di importanza internazionale per la vela. L’evento, che resta naturalmente nella dimensione di preregata esaltato a finale di coppa, sarebbe stato in tal senso il corretto passaggio per altri avvenimenti internazionali velici e per uno stesso ruolo più significativo nella Coppa America, attivando risorse per interventi non da disfare, ma di qualificazione per una prospettiva ed un futuro.

Totalmente deviante è chiaramente anche la esaltazione, vera o enfatizzata che sia, del grande indotto creato dall’evento collegandola indissolubilmente - quasi fosse una necessità inderogabile!! -  alla colmata, perché la realizzazione di esso in un altro  sito realmente possibile, pulito, sicuro,  di prospettiva non avrebbe cambiato  nulla all’immagine dell’avvenimento ed al contenuto di titoli cubitali di giornali come  “Il Golfo di Napoli e il Vesuvio – scenario da sogno per la Coppa”.La bellezza del golfo non sarebbe certo mutata! 

Noi di VAS chiediamo al Sindaco e a tutti quelli che in buona fede stanno sostenendo la scelta della colmata di riflettere ancora attentamente e di ritornare sulle decisioni prese. Non c’è nulla di male, anzi,  quando si cambia nell’interesse vero della Collettività.

Si rifletta sull’infinità delle altre questioni aperte:

non si conosce ancora la entità delle spese e a quali voci dei  bilanci  vengono sottratte (l’unica che conosciamo è quella della Provincia che sacrifica la differenziata e la protezione civile di Comuni);

Si effettua l’evento su un’area ancora fortemente inquinata – dagli idrocarburi all’amianto;

si immette nell’area una quantità enorme di materiale successivamente da smaltire, si stravolge il territorio con opere provvisorie da demolire; 

non certo ultima per la importanza, la questione sicurezza: non ricordando le altre del passato che vengono facilmente dimenticate, ma la catastrofe di Genova è di oggi:  Ci si rende conto di quanti immani rischi si corrono a  realizzare in cento giorni le opere del capitolato di appalto,  in pieno inverno e con mareggiate e temporali violenti come quelli che sono in corso oggi  mentre scriviamo, a doppi, tripli turni!

 

Può realizzarsi  la “sfida dei cento giorni” sul bisogno di lavoro e sulla pelle dei lavoratori?Chi decide deve sapere ed essere responsabile sotto ogni aspetto per quello che purtroppo può succedere e non certo per una cattiveria della natura.