Venerdì 24 gennaio 2020 inizio ore 12,00 nella sede/galleria di Ischia Street Art in via Costantino (centro storico) a Forio.
Continua il progetto sociale e interattivo di Ischia Street Art con l’esibizione del giovane talentuoso writer/artista napoletano Alex Shot. L’artista invitato da Salvatore Iacono, ideatore e creatore del primo modello di galleria interattiva e sociale al mondo per la creatività urbana, si esibirà con un live painting in un lavoro sociale ed interattivo su una superfice interna della sede/galleria di Ischia Street Art in via Costantino nel centro storico di Forio. Il live painting è aperto al pubblico dalle ore 12,00, i presenti possono vedere la performance dell’artista mentre usa con destrezza e tecnica gli spray, interagire con lui, oppure cimentarsi durante il live painting liberamente lasciando poesie, tag, disegni o semplicemente messaggi sulle pareti interne o esterne alla galleria.
Alessio Vallefuoco in arte Shot106 è senza dubbio una delle promesse del Gaffiti/Writing più interessanti e promettenti della scena napoletana attuale, ha un talento naturale per la figurazione e predilige la tecnica degli spray, tecnica non facile per chi, come lui, realizza opere in stile figurativo ed a volte anche iperrealistico. E’ nato ad Acerra ma vive ad Afragola in provincia di Napoli, inizia a praticare la scena napoletana dei graffiti dal 2000 perfezionandosi con le tecniche e sperimentando supporti nuovi pertanto arriva, in un secondo momento, anche ad essere un bravo e affermato tatuatore. Inizia a partecipare alle più imprortanti jam ed eventi nazionali ed internazionali come il festival di graffiti che si tiene ogni settembre tra Napoli e Bagnoli “Back to the Style”, oppure “Above The Clouds”.
Nel 2019 nasce il primo modello di galleria d'arte interattiva per il sociale al mondo, uno spazio underground dedicato a espressioni, cultura e concetti di arte urbana, un centro privato ma aperto a tutti che diviene luogo di riflessione, di provocazione senza censure, di dialogo, perché no, di conflitto aperto e addirittura strumento di rieducazione civica. Come in epoca preistorica gli artisti usufruivano di superfici naturali, realizzando graffiti e pitture rupestri rituali e propiziatorie, così gli artisti che operano in questa galleria plurivalente usufruiscono delle pareti e dell'ambiente architettonico esterno ed interno come di superfici urbane in una sorta di "guerrilla art" per divulgare messaggi, opere e progetti dai contenuti "extra strong", che raccontano, focalizzano fenomeni e temi sociali come l'inquinamento, l'ambiente, la sostenibilità, la politica, le religioni, il razzismo, la violenza contro persone ed animali, mettendo a nudo le contraddizioni della società contemporanea. Uno spazio espositivo che supera il concetto di galleria d'arte anche perché il visitatore non è più un'ombra vagante e sconosciuta che conserva e porta via con sé le proprie emozioni, ma viene coinvolto in prima persona e da elemento passivo diviene attivo avendo la possibilità di "taggare" direttamente sulle superfici già utilizzate dagli artisti una traccia delle sue impressioni, esprimendo la propria creatività con la stessa immediatezza di una scritta-simbolo-messaggio che si può trovare nei bagni delle scuole, nelle gallerie e sui treni delle metropolitane, in certi posti meno esposti alla vista di tutti come sottopassaggi, stazioni ferroviarie, pareti delle celle delle prigioni, addirittura su alcuni monumenti o all'interno di edifici storici. In maniera civile o incivile la gente tende ad apporre un segno, una testimonianza del proprio passaggio o a dichiarare le proprie sensazioni di un momento particolare persino sulla corteccia degli alberi. Da questo istinto ancestrale di comunicazione, in fondo, è nato il writing, il graffitismo e in ultimo la street art, e allora, perché non farlo in una galleria rendendola il "latore" autorizzato di un messaggio creativo?