E’ in distribuzione il numero di maggio del Magazine “Ischianews &”Eventi”, la rivista-guida dell’isola d’Ischia di cui è direttore responsabile Enrico Deuringer, condirettore Giuseppe Mazzella e direttore editoriale Tommaso Massimo Pilato.
In questo numero servizi sugli eventi del mese dalla mostra “Ipomea” al Negombo alla presentazione del “rosso dei mille anni” della Tenuta Jesca a Serrara ed ancora sull’apertura dell’”Equo Bar” a Forio ed sulle “Ninfe della Salute” a Barano.
Ma soprattutto il numero si apre con il Ricordo di Restituta, la santa venuta dal mare, patrona dell’isola d’Ischia i cui festeggiamenti iniziano venerdì 16 maggio a Lacco Ameno.
Quello che segue è il “Focus” del Magazine dedicato a Santa Restituta.
Maggio per gli ischitani è il mese di Santa Restituta, la santa venuta dal mare in un tempo lontanissimo secondo una leggenda millenaria tramandata di generazione in generazione che testimonia l’antichità delle popolazioni dell’isola d’Ischia, la prima colonia greca dell’Occidente risalente all’VIII secolo a.C.
“Ischia è un’isola antica” diceva sempre un suo grande innamorato venuto dal Nord, il prof. Edoardo Malagoli (1923-2001) , laico e non credente ma affascinato dalla “storia vivente” dell’isola non solo dalla sua geografia.
Venuta dal mare (il servizio di Francesco Antonio Schiano è a pag 10) Restituta ha portato la religiosità nelle popolazioni dell’isola che sono diverse ed ognuna con una propria identità , con un proprio dialetto, propri usi e costumi.
Da secoli vivono le tradizioni dei pellegrinaggi delle popolazioni a Lacco Ameno al Santuario della Santa dove il prete-archeologo Don Pietro Monti (1915-2008) ha scoperto sotto il suo pavimento tutta la presenza del cristianesimo dell’isola e ne ha fatto un museo.
Il Santuario di Santa Restituta compendia tutta la Storia e tutte le tradizioni delle popolazioni.
Don Pietro Monti è stato uno dei più grandi uomini di cultura dell’isola d’Ischia del XX secolo. Ha scritto molti libri fra cui la monumentale “Ischia, archeologia e storia” del 1979.
Nel 1984 in occasione del 17° centenario del martirio di Santa Restituta “le cui spoglie miracolosamente una barca, attraversando il Mediterraneo, condusse dall’Africa fin sulla spiaggia di S. Montano non lontano dal luogo dove, per onorarle, sorse il santuario”, Don Pietro Monti scrisse un libro sugli ex voto di Santa Restituta cioè sull’enormità di oggetti di stoffa, di metallo, stendardi, vestiti, fazzoletti e quadri, che venivano donati a Santa Restituta per ringraziarla di una grazia ricevuta. Questi ex-voto – posti in bella mostra nell’ampia sagrestia – costituiscono un “museo nel museo” e sono la testimonianza plurisecolare di una grande fede e fedeltà alla Santa venuta dal mare.
Don Pietro nel libro non solo mostra gli oggetti ma descrive la storia umana che spiega la donazione e la testimonianza.
“L’uomo religioso, provato dal dolore, dalla sventura, non si stanca mai d’incominciare il suo viaggio di fede, di farsi silenzioso pellegrino, per chiedere la grazia alla Sua Santa Patrona. Ed ottenutola non riesce a tacere; rompe il suo sacro riserbo e porta il dono promesso, l’oggetto votivo” scrive Don Pietro. Ma attraverso questi ex-voto si esprime anche il tempo passato dell’isola: sono numerosissimi gli ex-voto dei marittimi poiché le popolazioni della costa traevano il loro sostentamento soprattutto dal mare, ed ancora le guerre e gli infortuni sul lavoro. C’è spazio anche per la tenerezza nei riguardi dei bambini con gli ex voto perché Santa Restituta ha salvato un bambino o lo ha fatto nascere.
Questo attaccamento verso Santa Restituta è stato portato nel cuore anche dalle migliaia di emigranti che hanno lasciato l’isola soprattutto nel XIX e per metà del XX per le Americhe, l’Australia ed molti altri Paesi del Mondo. Se gli emigranti non potevano inviare un oggetto per la grazia ricevuta inviano offerte di danaro per le celebrazioni dei festeggiamenti che si tengono dal 16 al 18 maggio da secoli. Lo fanno ancora.
Ho un ricordo personale e familiare di questa fedeltà alla Santa. Un fratello di mio padre, Pietro Mazzella, emigrò negli Stati Uniti d’America a 17 anni nel 1922 imbarcato come “clandestino” sul Vulcania ed ospitato segretamente a New York dove c’era una sorella della madre, Zia Mariuccia Piro di Lacco Ameno già emigrata. Era il fratello discolo che creava problemi alla famiglia di onesti lavoratori secondo il racconto che mi fece mio padre.
Pietro, chiamato dalla famiglia “Pietruccio”, era nato il 17 maggio 1905 proprio il giorno dell’arrivo o della festività di Santa Restituta. Non dimenticò mai la sua famiglia e per tutta la vita mandava i “pacchi” con i vestiti, le cioccolate, le scarpe e le lettere con 10 o 20 dollari alla madre, al padre, alle sorelle, al fratello, e poi ancora a mia madre dopo la morte di mio padre ed a me che portavo il nome di suo padre. Mandava anche i dollari per le messe. Fino a quando è morto nel 1991. Una settimana prima di morire inviò una lettera brevissima nel suo italiano incerto e con una grafia stentata a mia madre con allegati 50 dollari e con le indicazioni: “devi dare questi 50 dollari a mio nipote Giuseppe e devi dirgli che li deve portare a Santa Restituta e deve dirle che gliele manda Pietruccio di Rurillo dalla America e che l’ho portata sempre nel cuore”. Era andato via a soli 17 anni, aveva 86 anni ed era stato lontano 78 anni.
Andai da Santa Restituta, versai nell’obolo i 50 dollari e dissi che gliele mandava Pietruccio di Rurillo (il soprannome più importante del cognome) perché l’aveva sempre guardato nella sua lunga vita, perché non l’aveva mai dimenticata e perché comunque si concepisca Dio lui adesso stava con lei.