Dopo i fumetti di Claudio Cappello e i personaggi di Quentin Tarantino, questa sera sarà la volta delle favole.
A raccontarcele al mARTEdì d’Autore, Alchemie Friends Club, i fratelli de Georgio, che per questo nuovo appuntamento hanno pensato al libro, "Throught the looking glass" ovvero “Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò”, scritto da Lewis Carroll, seguito del più noto “Alice nel paese delle meraviglie”.
"Ora, Kitty , se te ne stai buona un attimo senza parlare sempre, ti dico quali sono le mie idee sulla Casa dello Specchio. Prima di tutto, c'è la stanza che vedi attraverso lo specchio che è perfettamente identica al nostro salotto, solo che le cose vanno nell'altra direzione”.
Curiosità, stupore, desiderio di andare oltre è questo il tema della mostra fotografica di Enzo Rando, che si ispira al capolavoro dello scrittore britannico. Di questo artista, che ha cominciato nel campo della fotografia industriale, apprezziamo i colori e l'intensità dei suoi paesaggi, scatti pubblicati in riviste di viaggi e di natura con cui collabora, esposti in numerose mostre come quelle al British Council di Napoli, Milano e Bologna con "Punto di Vista" e "Informal Portraits", a Roma con "Polifonie Metropolitane", a Milano Spazio Consolo nella collettiva "Nuovo Paesaggio Italiano", che includeva le nuovi espressioni sulla interpretazione del paesaggio urbano e Napoli al Palazzo Reale con il titolo "L'immediato possibile".
Il singolo fotogramma si ripete, per poi specchiarsi e trasformasi in una nuova veste ed identità. La ripetizione, quasi ossessiva, di una singola immagine lentamente tende a trasformarsi in forme e colori che, come in un gioco, conducono all'astrazione e a nuovi rimandi figurativi. “Chi ha lavorato con le pellicole – spiega Rando - ricorderà di certo il primo passaggio, l’osservazione del provino a contatto, un foglio fotografico dove in positivo era possibile leggere tutta la sequenza di un negativo, a guardarlo nel suo insieme mostrava già un’altra immagine, così accade nelle immagini di "Thought the looking glass"
La favola continua. Mille altri specchi, mille altre storie raccontate da Iris Romano dell’A.I.S. (Associazione Italiana Sommelier) in una deliziosa degustazione alla riscoperta di un mondo affascinante da assaporare in un sorso.
“Anche lo Chardonnay - spiega la sommelier - il più grande vitigno al mondo, originario della borgogna, non ha saputo resistere alla tentazione di passare attraverso lo specchio, proprio come Alice. Sull'onda del successo francese, dove ha dato il meglio di se adattandosi a diventare Champagne o Montrachet, al di là intravedeva la possibilità di esprimersi in modi completamente diversi, perché diversi sarebbero stati i paesaggi, i terreni che lo avrebbero accolto, i venti che sarebbero spirati attraverso i suoi grappoli, le mani che lo avrebbero colto. Dopo la Francia, dunque, l'Italia con il suo incredibile clima mediterraneo, dove nasce Franciacorta Couvée Prestige Ca’ del Bosco in uvaggio con il pinot bianco. Bollicine fini, lente ed ordinate su per il flûte come fossero catenelle di piccole perle, con quell'aroma intenso di brioche alla mela appena sfornata e con quel sapore morbido e avvolgente, reso pungente e accattivante da quelle piccole perle, che ti pizzicano la bocca. Sempre in Franciacorta si rispecchia in più di uno stile di vino e così diventa il Curtefranca bianco Ca’ del Bosco, con la sua essenza di vino minerale e fresco, dove ritrova una compagna fedele, colei che ha sempre fatto uscire l'anima calda e dolce che c'è in lui, quegli aromi di mandorle tostate, di vaniglia bourbon che lo rendono sempre riconoscibile: la barrique. Ma la voglia di mettersi in gioco si faceva sentire e allora eccolo lì, davanti ad un altro specchio pronto ad essere attraversato e con un balzo é in Alto Adige, mille altitudini in cui essere coltivato, mille esposizioni diverse che gli hanno permesso di esprimersi, con un clima particolarmente freddo da ricordargli un po’ casa, riparato dalle Alpi, ma con il Mediterraneo a sud, nasce il Merol Chardonnay, San Michele Appiano.
Il viaggio attraverso lo specchio si conclude in musica, con l'esibizione di Francesco Banchini in "Baqshish" accompagnato da Sergio Minopoli alla chitarra, Giulio Fazio alla fisarmonica e Francesco Manna alle percussioni. La sua ricerca musicale è stata stimolata dalla contaminazione di musica mediterranea, araba e popolare italiana, ampliando così le possibilità espressive. “Sono molto passionale - conferma - ascolto prima il mio cuore e poi scrivo, tutto parte dalle esperienze e dalle emozioni che ho dentro. I nostri strumenti sono arabi, ma anche sud americani e della tradizione italiana perché io sono di Pozzuoli, un porto di mare dove molte persone passano, lasciando un po' della loro cultura musicale e di vita”.
Il 26 aprile si continua con le sculture e le istallazioni di Paolo May, gli StraniTipici in “Un bicchiere adATTO” e il piano bar d’altri tempi con Vito Colella. Degustazione di cocktail, distillati e liquori ed abbinamenti gastronomici.
Alla prossima!