Va in scena dal 1 al 3 giugno nella moderna sala del Centro parrocchiale San Pietro di Ischia, l'opera di Giovanna Mastroianni, brillante regista e commediografa napoletana e ischitana d'adozione, intitolata "Cinque minuti in scena", a cura della compagnia "Histriones" di Ischia.
Il periodo storico è quello del secondo dopo guerra, anni 1945-50. I napoletani, logorati fisicamente e moralmente, accolgono, in principio, con sollievo, gioia ed entusiasmo gli alleati.
I soldati usano gli italiani, gli italiani usano gli alleati. Il popolo impazzisce: un abbrutimento generale assale la gente dopo la liberazione. La Napoli di questi anni è una città sofferente, disperata, in preda al collasso economico e morale.
La rabbia, l'indignazione, lo sdegno provocano, profonda instabilità, indebolimento della volontà, uno stato di abbandono anche fisico che fa intravedere, come una via di uscita, quella di "ammainare le vele", di buttare via la vita. Conseguenza questa, naturale e inevitabile per qualsiasi essere umano.
Ma...non per i napoletani. Il napoletano,infatti possiede l'innata capacità di individuare, proprio nelle situazioni avverse e più ostili, un segnale, anche se appena percettibile, di ripresa che diviene, nel tempo, il suo punto di forza, di sutura, per ricucire quei "lembi" di quelle "vele" prima che cedano del tutto.
In quest'ultimo punto si sintetizza il messaggio del lavoro della Mastroianni.