La polemica politica – già avviata ma che si ingrandirà sempre di più nei prossimi mesi con le elezioni regionali per il nuovo Presidente ed il nuovo Consiglio – tra i nuovi partiti e le nuove coalizioni sarà incentrata sulla capacità di spesa dei fondi europei da parte della Regione.
Il Presidente in carica Stefano Caldoro che guida una coalizione di centro-destra ha già dichiarato che la Regione Campania sotto la sua direzione ha massimizzato questa capacità di spesa che invece era di gran lunga inferiore con il precedente Presidente Bassolino che guidava una coalizione di centro-sinistra. Ma se si tratta di spendere fondi perché è così difficile? Uno degli economisti più attenti alla questione, il prof. Mariano D’ Antonio che è stato anche assessore regionale con Bassolino, afferma che sono mancati i “ Grandi Progetti” e che addirittura la Regione Campania non ha adeguati uffici per redigere questi Grandi Progetti.Forse bisognerebbe chiarire che questi fondi europei non sono al 100 per cento erogati dall’ Unione ma rappresentano un “ cofinanziamento”. Cioè possono essere attivati solo se lo Stato Membro destina una percentuale indicata dal tipo di progetto. Credo di aver capito che a sua volta la Regione deve “ cofinanziare” ed il risultato finale della spesa si raggiunge solo se c’è una compartecipazione alla spesa. I fondi si perdono perché non c’è il cofinanziamento.
La Commissione europea ha adottato il 7 gennaio 2014 – ne ha dato notizia l’ ufficio stampa della Commissione Europea - una serie comune di norme destinate a migliorare la consultazione, la partecipazione e il dialogo con i partner (autorità regionali, locali, cittadine e altre autorità pubbliche, sindacati, datori di lavoro, organizzazioni non governative e organismi di promozione dell'inclusione sociale, della parità di genere e della non discriminazione) nelle fasi di pianificazione, attuazione, sorveglianza e valutazione dei progetti finanziati dai Fondi strutturali e d'investimento europei (Fondi ESI).Tali Fondi comprendono il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il Fondo sociale europeo (FSE), il Fondo di coesione (FC), il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP).In base a questo codice europeo di condotta sul principio del partenariato gli Stati membri sono tenuti a rafforzare la cooperazione tra le rispettive autorità responsabili per la spesa dei Fondi strutturali e d'investimento dell'UE e i partner dei progetti al fine di agevolare lo scambio di informazioni, esperienze, risultati e buone pratiche nel periodo di programmazione 2014-2020 e contribuire così a garantire che il denaro sia speso in modo efficace."Vogliamo garantire che gli Stati membri collaborino in partenariati costruttivi con le parti interessate rappresentative per pianificare e attuare i programmi finanziati dai Fondi strutturali e d'investimento europei in modo da massimizzare l'impatto di questo denaro", ha detto il Commissario Andor.Il codice di condotta, che assume la forma di un regolamento della Commissione giuridicamente vincolante, fissa gli obiettivi e i criteri per garantire che gli Stati membri applichino il principio del partenariato. Ciò significa che gli Stati membri sono tenuti a:garantire la trasparenza nella selezione dei partner (autorità regionali, locali e altre autorità pubbliche, parti economiche e sociali e organismi che rappresentano la società civile) che vengono nominati membri a pieno titolo dei comitati di sorveglianza dei programmi;fornire ai partner informazioni adeguate e tempi sufficienti come condizione indispensabile per garantire un corretto processo di consultazione;assicurare che i partner partecipino efficacemente a tutte le fasi del processo, ossia a partire dalla preparazione e per l'intera l'attuazione, comprese la sorveglianza e la valutazione, di tutti i programmi;sostenere il rafforzamento delle capacità dei partner al fine di migliorarne le competenze e le abilità in vista della loro partecipazione attiva al processo, ecreare piattaforme per l'apprendimento reciproco e lo scambio di buone pratiche e di approcci innovativi.Il regolamento stabilisce i principi che gli Stati membri devono applicare, ma lascia loro un ampio margine di flessibilità per organizzare le precise modalità pratiche della partecipazione dei partner alle varie fasi della programmazione.Il partenariato, uno dei principi chiave della gestione dei fondi dell'Unione europea, implica una stretta cooperazione tra le autorità pubbliche a livello nazionale, regionale e locale negli Stati membri, il settore privato e altre parti interessate. Fino ad ora, benché tale principio sia parte integrante della politica di coesione, le osservazioni pervenute dalle parti interessate indicano che la sua attuazione è avvenuta in modo assai diverso da uno Stato membro all'altro, soprattutto a seconda che la cultura istituzionale e politica di uno Stato membro fosse o meno già favorevole alla consultazione, alla partecipazione e al dialogo con le parti interessate.Le nuove norme, sotto forma di un regolamento della Commissione giuridicamente vincolante e direttamente applicabile (un cosiddetto "atto delegato"), rafforzano quindi il requisito di partenariato di cui all'articolo 5 del regolamento recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), sul Fondo sociale europeo (FSE), sul Fondo di coesione (FC), sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) per il periodo 2014-2020.Il Regolamento è un documento enorme di non facile lettura la cui perfetta conoscenza è solo degli esperti. L’ ammontare dei fondi europei per il programma 2014-2020 è di circa 30 miliardi di euro ai quali bisogna aggiungere altri 26 miliardi da parte dello Stato Italiano. Per gestire questi fondi il Governo Monti aveva creato un Ministero per la Coesione Territoriale affidato ad un grande esperto e convinto meridionalista come Fabrizio Barca. Anche il Governo Letta aveva riconfermato il Ministero cambiando tuttavia il titolare che diventava il prof. Carlo Trigilia anch’egli convinto meridionalista e fra i maggiori esperti nazionali del cosiddetto “ sviluppo locale”. Il Governo Renzi ha cancellato questo Ministero e ne ha affidato i compiti al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio on. Del Rio che dovrà provvedere alla costituzione di una Agenzia Nazionale per la Coesione Territoriale già progettata da Trigilia. L’ Agenzia avrebbe già dovuto essere costituita lo scorso mese di marzo.E’ evidente che l’ utilizzazione dei fondi europei costituisce una occasione decisiva per tutto il Mezzogiorno d’ Italia e che possono essere equiparati ad una nuova Cassa per il Mezzogiorno.Sabato 29 novembre 2014 dalle ore 10 alle 13 presso l’ ex-Capricho de Calise di Casamicciola terremo un workshop di illustrazione del progetto di trasformazione urbana redatto dall’ arch. Caterina Iacono , presidente del Comitato Colibrì, con il quale si prevedono 16 interventi strutturali ed infrastrutturali per una “ Terza Rinascita” di Casamicciola dopo il terremoto del 1883 e la grande alluvione del 1910 incentrato sul recupero produttivo del complesso Pio Monte della Misericordia che ha una superficie coperta di circa 50mila mc. e sul quale si sta parlando da 41 anni senza trovare una soluzione. Si tratta di un progetto di massima ma può essere la piattaforma per un Piano Urbanistico Comunale ( PUC) del già costruito per il quale si stima una richiesta di fondi europei per almeno 100 milioni di euro e soprattutto si pone l’ accento sulla “ agibilità giuridica”, cioè la “ proprietà” e la “ piena disponibilità”, di questi immobili perché allo stato attuale nessun progetto è “ giuridicamente agibile” soprattutto quello del Pio Monte della Misericordia la cui “ piena proprietà” è posta in discussione da almeno 4 atti notarili e 4 o 5 cause civili tanto che l’ Ente Morale ha “ secretato” tutto l’ enorme fascicolo relativo alla vicenda. Ecco perché viene indicato l’ art.120 del Testo Unico degli Enti Locali per la costituzione della Società di Trasformazione Urbana che consente l’ “ esproprio delle aree dismesse o la consensuale cessione”. Come si possono attivare i fondi europei per questo progetto di rinascita di Casamicciola ma anche di Coesione Territoriale dell’ isola d’ Ischia? Come si può attuare il marketing territoriale per attrarre investitori italiani e stranieri? Quale è la disponibilità finanziaria dell’ imprenditoria ischitana a partecipare ad un simile progetto?Saranno importanti gli interventi di Osvaldo Cammarota, operatore da anni di sviluppo territoriale e consulente del FORMEZ P.A. per i fondi europei e del prof. Amedeo Lepore, ordinario di storica economica alla seconda Università di Napoli e consigliere della SVIMEZ, che non solo è autore del recente volume su “ La Cassa per il Mezzogiorno e la Banca Mondiale: un modello per lo sviluppo economico” ( Editore Rubbettino – 2013) ma è un convinto sostenitore delle Politiche di Coesione Territoriale che possono essere avviate dalla programmazione europea di aiuti 2014-2020.Il progetto di finanza di territorio è chiamato “ I percorsi delle therme” e lo slogan del marketing territoriale è: “ Casamicciola, dove l’ Acqua è vita”. E’ una proposta CONCRETA allo stato dell’ arte per la classe politica – sindaco e consiglieri comunali di Casamicciola imprescindibile – e per le categorie economiche e sociali dell’ isola d’ Ischia avviata ad una UNITA’ oltre i confini daziari di un’epoca estinta.
Casamicciola, 18 novembre 2014
Giuseppe Mazzella, giornalista, membro dell’ Osservatorio Socio-Economico dell’ isola d’ Ischia ( OSIS) e del Comitato Colibrì per la Terza Rinascita di Casamicciola