Ischia News ed Eventi - Politica

«Al compimento del terzo anno dalla tragica alluvione del 26 novembre 2022, il primo pensiero va alle vittime e ai loro familiari. In attesa che la giustizia faccia compiutamente il suo corso, va ricordato che il nostro Paese non dispone di una legge e dei conseguenti stanziamenti per i familiari delle vittime delle catastrofi naturali. Si tratta di un tema aperto da diversi decenni che mi auguro il legislatore voglia affrontare al più presto».

Il risultato di queste elezioni regionali era ampiamente previsto. Il cosiddetto “centrosinistra” – si scrive senza trattino – veniva dato per sicuro vincente sia dal numero delle liste di sostegno sia dal peso dei principali esponenti della coalizione. L’unica variabile era rappresentata dall’entità del distacco rispetto al “centrodestra” – anche questo senza trattino.

Le elezioni regionali del 2025 hanno confermato un trend ormai evidente in tutta la Campania: la partecipazione al voto è in netto calo. Anche sull’isola d’Ischia il fenomeno si è manifestato con forza, facendo registrare una diminuzione media dell’affluenza di circa il 10% rispetto alle precedenti consultazioni regionali del 2020.

Forse ho qualcosa da aggiungere al mio “Controcorrente” di lunedì 17 novembre 2025, apparso su Il Dispari con il titolo Il sonno degli enti locali ha generato il Mostro della Regione. Ho premesso – e ripeto – che questa campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale e l’elezione diretta del presidente della Giunta, che ormai per prassi si chiama “governatore”, è talmente scadente da giustificare il grande astensionismo. Questo è il vero punto, ed è la preoccupazione più seria per chi crede nella democrazia politica, per la quale ho lottato per tutta la vita.

L’ho scritto migliaia di volte. L’ho ripetuto in decine o centinaia di interventi pubblici e privati: i piani urbanistici devono essere legati ai piani economici e finanziari. Senza un progetto che indichi da dove prendere i soldi, entro quanto tempo, chi li deve mettere e quanto i privati imprenditori sono disposti a investire in interventi strutturali e infrastrutturali — che rappresentano il costo sociale del profitto — i piani urbanistici non servono. Sono solo libri dei sogni, spesso utilizzati a fini elettorali.

La Regione è diventata un enorme ente pubblico di gestione. La parola “programmazione” sembra ormai un termine vuoto. A otto anni dal terremoto del 21 agosto, la Giunta Regionale — non il Consiglio — ha approvato il piano di ricostruzione: cinque anni di lavoro e 35 tecnici impegnati.

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