Il cancello di casa che si chiude, mentre una donna, parente di Gaetano Tuccillo, il militare ventinovenne morto in Afghanistan tre giorni fa, dice con la voce quasi rotta dal pianto :«Non mi dite niente, ma è un momento un po' così». Una foto del ragazzo appesa, i manifesti funebri, qualcuno che si ferma per leggere l'orario dei funerali, che si sono svolti stamattina a Roma nella Basilica Santa Maria degli Angeli e si terranno oggi, in forma privata, alle ore 17.30, nel Duomo di Nola e, successivamente, a Lago, nella chiesa da lui frequentata. Il mio microfono spento, in segno di rispetto verso un dolore che esige silenzio, laddove il sottile limbo che divide rispetto della privacy e dovere di cronaca è affidato solo al buon senso.
Era un giovane come tanti, Gaetano, figlio di Rosetta Piccolo e Tommaso Tuccillo, fratello di Giovanna e Marianna, da cui aspettava un nipote. Aveva un solo sogno: tornare nella sua Nazione, l'Italia, acquistare una casa propria, rivedere sua moglie, Evelyn, olandese, con la quale si era sposato da nemmeno un anno nella piccola chiesetta di paese, e con la quale viveva a Revine, nel trevigiano. Luoghi diversi, accomunati tutti dalla stessa tragedia.
Così, mentre a Roma vi sono le varie cariche dello Stato che omaggiano il caporalmaggiore scelto, a Nola vi sono gli abitanti del posto, che, con una voce unanime, dichiarano : «Era un bravo ragazzo, di buona famiglia». Tra le tante testimonianze raccolte, numerosi gli anziani che vedevano nella sua scelta, la carriera militare, avvenuta a soli 18 anni, l'unica alternativa ad una società che nulla offre ai giovani, costretti, senza opportunità di lavoro, a fare a volte scelte troppo azzardate, ignari dei pericoli che si corrono.
Diverso invece il parere dell'Assessore ai Beni Culturali di Nola Maria Grazia De Lucia, che vede in Gaetano Tuccillo "un ragazzo da ammirare, un eroe" e che crede che "a differenza di quanto si dica, la Patria è ancora un valore forte", a cui sono ancorati i giovani, così come dichiara un anziano, con gli occhi lucidi :«La Patria è tutto».
Quella stessa Nazione che però, al militare, ha riservato la morte. Un ragazzo solare, come si evince dal book fotografico che Carlo La Marca, fotografo del paese, mostra. Tra le immagini, due giovani semplici, lui e la bionda Evelyn, che vedevano coronato il loro sogno, ignari del destino che avrebbe segnato le loro vite.
Intanto, nella piazza di Nola, ancora gli spalti per l'avvenuta Festa dei Gigli. Un contrasto assurdo, tra il rumore della festa e il silenzio del Duomo di fronte. Sia a Palma Campania, che a Nola, la perdita di Gaetano è fortemente sentita.
Ciò che rimane, è la consapevolezza di essere concittadini di un uomo che risulta essere la 39-esima vittima della missione Isaf. Per tale motivo, è stata aperta un'indagine sui motivi della sua morte, avvenuta a causa dell'esplosione di un ordigno.
Non importano tutte le diatribe, di natura politica, sul ritiro o meno delle truppe italiane dall'Afghanistan. Ora l'unica cosa che rimane nella mia mente è lo sguardo di Gaetano, le parole di coloro che lo hanno conosciuto, il suo amore per la terra, il ripercorrere tutti i luoghi da lui vissuti, il silenzio del parroco che ha visto crescere spiritualmente il giovane e il rendersi conto che, a soli pochi mesi, l'intera famiglia avrebbe dovuto festeggiare con lui un evento gioioso: la nascita di un bambino, figlio di una delle due sorelle gemelle.