Ischia News ed Eventi - La storia kaftiana del Monte Pio

La storia kaftiana del Monte Pio

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Sull'edizione napoletana del quotidiano "La Repubblica è uscito venerdì 17 gennaio 2013 un ampio articolo del giornalista Paolo De Luca nella prima pagina di cronaca dal titolo: Pio Monte della Misericordia l'altra faccia senza Caravaggio" con continuazione alla XV con l'occhiello: "Giuseppe Mazzella: "lasciano morire un gioiello". Gian Paolo Leonetti: "C'è un progetto approvato" ed il titolo a tutta pagina: "Un palazzo dimenticato da 50 anni Pio Monte: "Vogliamo recuperarlo". Di seguito il commento di Giuseppe Mazzella, condirettore di "Ischianews & Eventi" e del nostro sito web www.ischianews.com che contiene numerosissimi articoli sull'argomento,foto,inchieste,reportage,interventi di turisti italiani e stranieri, iniziative della società civile con la dettagliata esposizione del progetto di trasformazione urbana di Casamicciola redatto dal Comitato Colibrì presieduto dall'arch. Caterina Iacono e presentato al Comune di Casamicciola da oltre un anno con l'indicazione di 16 interventi strutturali ed infrastrutturali per la riqualificazione urbana ed il rilancio del sistema economico e sociale di Casamicciola nell'isola d'Ischia.

Quella del complesso Pio Monte della Misericordia di Casamicciola è una storia kaftiana cioè sembra uscita dalla penna complessa di Franz Kafta ( 1883-1924) dove il racconto è "indecifrabile" e "fuori dalla realtà" talmente "angosciante" da essere paradossale perché dentro al racconto ci sono "incubi". Impossibile venire a capo della matassa.
Ricapitoliamo: da 40 anni un'immenso edificio costruito alla fine del XIX secolo , su disegno di un ingegnere con le allora tecniche antisismiche, giace in agonia proprio al centro di Casamicciola, la cittadina delle terme dell'isola d'Ischia distrutta una prima volta dal terribile terremoto del 28 luglio 1883. Queste macerie sono entrate nel paesaggio locale perché è la prima cosa che il visitatore vede dal mare entrando dal nuovo porto commerciale e turistico. Sarà la prima domanda che farà al primo isolano che incontra: che cosa sono quelle macerie? Perché stanno lì? Cosa c'era prima?
Dopo 40 anni di abbandono è difficile spiegare cosa c'era lì perché è stata perduta la Memoria Collettiva. Cosa c'era in quelle macerie – dove oggi si posteggiano le macchine, si fa il mercato come forse in un paese arabo in Tunisia o Marocco, dove c'è una baracca per gli anziani con la televisione per la partita di pallone, qualche gioco per i bambini ed addirittura qualche anfratto ancora salvato dai crolli dei cornicioni per il ricovero di un povero venditore ambulante extracomunitario – è difficile immaginarlo. Oggi è un "sogno" di Kafta come quello di Joseph K. nel piccolo cimitero di Praga.
Nessuno ricorda cosa c'era prima della chiusura, dell'abbandono, delle vertenze giudiziarie, delle macerie. Bisogna andare a trovare le vecchie cartoline, i documenti negli archivi delle biblioteche, per capire cosa c'era.
In un piccolo paese la cui Memoria Storica nelle case e nei palazzi è stata distrutta da uno dei più grandi terremoti della storia d'Italia quel complesso "monumentale" rappresentava la voglia di "Rinascita" e la "Nuova Storia" che si affacciava al secolo ventesimo quello della "Belle Epoque" con le "miracolose acque termali di Casamicciola".
E' dalla "ricostruzione" di quel complesso che può partire un "Rinascimento" di Casamicciola in un contesto completamente mutato rispetto al secolo decimonono. Oggi – nel secolo ventunesimo – l'isola d'Ischia è una delle più importanti stazioni turistiche d'Italia che fonda il suo successo e la sua economia proprio sulla ricchezza delle acque termali. Ma restano i suoi sei Comuni istituiti nel 1806 con le loro identità e le loro autonomie politiche.
Casamicciola è una di queste sei unità amministrative e deve provvedere - nell'autonomia del Diritto Amministrativo - al suo assetto territoriale ed alla sua economia. Deve fare da sola e può cercare soltanto una solidarietà dagli altri Comuni se la ottiene e mettere in moto il principio di "sussidiarietà" della Regione, della Repubblica, dell'Unione Europea. Deve quindi trovare e ricercare in se stessa, nella sua "società civile" una classe dirigente.
Casamicciola è l'area industriale in crisi dell'isola d'Ischia. Le macerie del complesso Pio Monte della Misericordia ne sono il simbolo. Ma serve il recupero e la nuova destinazione di tutto un microsistema urbanistico ed economico.
Così è nato – da una sottoscrizione al FAI per i Luoghi del cuore nel 2011 promossa dall'arch. Caterina Iacono – un progetto di massima più complesso in 16 punti per una riqualificazione urbana incentrato sul recupero del complesso ma esteso ai parcheggi per l'area storica del Majo, all'altro recupero del Bacino Idrotermale di La Rita, alla creazione ed ad un funzionamento di un Museo Civico di Storia Moderna e Contemporanea dell'isola d'Ischia, all'utilizzazione del bene comunale dell'ex.-Capricho de Calise nella Piazza della Marina come struttura commerciale "pilota, alla valorizzazione piena dei due porti turistici e dello stesso incantevole litorale.
Questo disegno di riqualificazione si può fare se si crede all'Unione Europea ed ai fondi strutturali per il 2014-2020, se si rendono gli investimenti pubblici e privati "giuridicamente agibili" con una Società di Trasformazione Urbana prevista dall'art. 120 del Testo Unico sugli Enti Locali e se ritorna il gusto di partecipare alla vita civile. E' questa considerazione elementare che deve capire il Nobile Gian Paolo Leonetti dei conti di Santo Janni, che ha anche il titolo accademico di Dottore in Ingegneria Civile, l'unico che la Repubblica gli riconosce ai sensi della XIV disposizione transitoria e finale della Costituzione, Sovrintendente dell'Ente Pio Monte della Misericordia di Napoli, nato in un venerdì del 1602, e deve confrontarsi con una società civile, con la classe politica, con la stampa, di Casamicciola e dell'isola d'Ischia, che non possono più assistere al degrado del loro paese e della loro isola che non è più una "colonia" né politica, né economica, né culturale.
Quando Altiero Spinelli – lo straordinario sognatore degli Stati Uniti d'Europa – lasciava Ventotene il 18 agosto 1945 dopo 4 anni di confino politico aveva "scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili".
Aveva con se "un manifesto con alcune tesi e tre o quattro amici".
Gli incubi amano il buio della notte ma i sogni meravigliosi si fanno con gli occhi aperti alla luce del sole. E qualche volta diventano realtà.

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