La città metropolitana – il nuovo ente locale che prenderà il posto della Provincia a partire dal 1 gennaio 2015 – è un orrore. Un obbrobrio giuridico, economico ed urbanistico. La legge ordinaria – nell’attesa di una riforma della Costituzione sull’abolizione netta e chiara della Provincia istituendo solo due livelli di potere locale, il Comune e la Regione - la n. 56 del 7 aprile 2014 recante “Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di Comuni” detta “Legge Del Rio”, dal nome del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio del dottor Matteo Renzi, è composta da un sol articolo suddiviso in centocinquantuno commi. “Questa legge è la negazione dei principi (chiarezza, sinteticità, linearità, applicabilità e verificabilità) che devono informare la “tecnica normativa” e gli “enunciati 151 commi sono formulati in termini sintattici e grammaticali di palese claudicanza e privi di qualsivoglia riferimento identificativo”. E’ un “labirinto di disposizioni di difficile lettura, interpretazione ed applicazione”.
Tanto emerge con estrema chiarezza e con la medesima durezza semantica addolcita tuttavia da un elegante linguaggio giuridico dall’ultimo libro sulla “riforma Del Rio” del prof. avv. Tammaro Chiacchio, avvocato amministrativista, docente universitario in Diritto Urbanistico, Diritto Pubblico, Scienza dell’Amministrazione ed autore di numerose pubblicazioni in materia di diritto amministrativo e di diritto degli enti locali.
Il testo – scritto con la collaborazione di Rocco Felato e Vittoria Chiacchio – è un “commento a prima lettura” della legge che introduce nel sistema degli enti locali italiano in permanente riformismo – dalla legge 142 del 1990 al testo unico del 2000 passando per le leggi Bassanini e per l’elezione diretta dei sindaci e dei presidenti delle Province introdotta nel 1993 con continue modifiche del sistema elettorale e del numero dei componenti dei consigli comunali – un “modello autoritario” perché per la prima volta un Ente Locale previsto dalla Costituzione viene sottratto al voto popolare – sono solo i sindaci ed i consiglieri comunali a votare per il “Consiglio Metropolitano” ma è anche un “nanismo metropolitano” perché le funzioni di programmazione e di pianificazione si accavallano a quelle dei Comuni e finiscono per favorire ancor di più il già esteso centralismo della Regione che di fatto è un organo di piena “amministrazione” e non di “legislazione e programmazione”.
In maniera significativa abbiamo voluto affidare al prof. Tammaro Chiacchio, 62 anni, allievo del prof. Guido D’Angelo che è uno dei più grandi esperti di diritto urbanistico in Italia, l’intervento conclusivo alla giornata di studi in memoria di Antonio Castagna (1914-1984) in occasione del centenario della nascita e del trentennale della morte, svoltasi a Casamicciola nell’ex- Capricho de Calise per iniziativa dell’ANSI (Associazione Nazionale Scuola Italiana) e dell’OSIS (Osservatorio sui fenomeni socio-economici dell’isola d’Ischia) in linea con le rispettive azioni di promozione civile che vanno facendo da alcuni anni le due associazioni (il corso di formazione del “Funzionario comunale della riforma della Pubblica Amministrazione” svoltosi da aprile a luglio 2014 per 36 ore con 120 partecipanti e docenti ed esperti di chiara fama e con il sostegno dell’Università Telematica “Pegaso”, il progetto dei 16 punti di finanza di territorio e di trasformazione urbana con l’utilizzazione dei fondi europei proposto per l’area industriale in crisi dell’isola d’Ischia che è Casamicciola con le rovine del complesso Pio Monte della Misericordia e l’abbandono del Bacino idrotermale di La Rita, la proposta di Coesione Economica e Sociale dell’isola d’Ischia con la presentazione del libro di Carlo Borgomeo “L’equivoco del Sud”).
Abbiamo voluto – nel ricordo di un “uomo delle Autonomie Locali” che ha dedicato tutta la sua vita alla valorizzazione del Comune e della Provincia nelle cui assemblee ed esecutivi è stato presente fino alla morte per 38 anni con accorate testimonianze e riflessioni del dottor Ambrogio Mattera, dell’ing. Angelo D’Abundo, dell’avv. Giuseppe Di Meglio, degli ex-amministratori provinciali Franco Iacono e Nino D’Ambra, degli ex sindaci di Casamicciola, Abramo De Siano, Giuseppe Conte, Parisio Iacono, della nipote Nunzia Zambardi e con l’intervento finale del sindaco in carica Giovan Battista Castagna - proprio nel giorno – domenica 12 ottobre 2014 – in cui a Napoli nel palazzo della Provincia in Piazza Matteotti si effettuavano le elezioni di secondo livello per eleggere i 24 componenti del Consiglio Provinciale da parte di 1.527 elettori che sono amministratori dei 92 Comuni con voto “ponderato” secondo il metodo matematico di Victor D’Hondt, fare il punto di cosa si è prodotto in 30 anni in termini concreti in materia di riforma degli enti locali per rendere efficiente la Democrazia Repubblicana.
Già nel 1981 – parlando al convegno sull’istituzione del parco naturale del Vesuvio – Antonio Castagna assessore provinciale alle finanze ed alla programmazione affermava che “la constatazione dell’inefficienza dell’attuale assetto dei poteri locali, anziché alimentare astratte dissertazioni sui ruoli degli enti operanti sul territorio e del rapporto con l’ente intermedio non meglio definito, è il caso che ci suggerisca, in concreto, una precisa e puntuale considerazione sul sistema delle autonomie minori in ordine ai problemi reali, che ci stanno davanti, connessi alla fondamentale funzione di programmazione territoriale”.
A 33 anni da quella considerazione o appello o richiamo viviamo ancora nella confusione dei ruoli istituzionali degli enti locali e la Programmazione è ancora avvolta nel “libro dei sogni” cambiando continuamente nome e definizione, in un quadro politico decadente a tutti i livelli con “partiti deboli” e “coalizioni civiche eterogenee” senza trovare una via d’uscita alla crisi economica e finanziaria soprattutto del Mezzogiorno.
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