Nonostante l’accorato appello del consigliere regionale ischitano per attuare una politica di salvaguardia nei confronti dei lavoratori della Caremar, i consiglieri dei Partito Democratico, durante il Consiglio Regionale, si sono rifiutati di sottoscrivere la mozione proposta da Maria Grazia Di Scala.
«Il presidente De Luca e l’intera giunta regionale hanno il dovere di verificare l’effettivo rispetto dei patti contenuti nel contratto di servizio pubblico firmato quest’estate dai nuovi proprietari della Caremar.
A mio avviso continuano a essere disattese, trascurate e persino ignorate le richieste dei lavoratori marittimi della compagnia passata pochi mesi fa dalla Regione a Snav e Rifim. Il passaggio di testimone dal pubblico al privato del fondamentale servizio di collegamento tra la terraferma e le isole di Ischia, Capri e Procida si sta rivelando tutt’altro che indolore e a pagarne le conseguenze sono innanzitutto lavoratori della Caremar giunti ormai allo sfinimento».
Le parole di Maria Grazia Di Scala, consigliere regionale di Forza Italia, evidenziano le tinte drammatiche che contrassegnano in maniera sempre più netta la situazione dei lavoratori della Caremar. «Negli ultimi mesi i lavoratori del mare hanno subito e continuano a sopportare le conseguenze di un vero e proprio tracollo della qualità della propria condizione di lavoro. Tutto ciò è intollerabile - ha tuonato il consigliere Di Scala - e poco rispettoso nei confronti di persone che svolgono un lavoro indispensabile per i numerosi abitanti delle isole del golfo di Napoli. Ischitani, capresi e procidani hanno la necessità e il diritto di poter contare su un servizio di trasporti impeccabile».
Il consigliere regionale non ha mancato di sottolineare come pochi giorni fa le sia stata vietata la possibilità di accedere alle imbarcazioni della Caremar per sincerarsi delle condizioni di lavoro dei marittimi. «Assieme al consigliere Passariello ho provato a salire a bordo delle navi per sincerarmi della qualità dell’ambiente in cui lavorano i dipendenti Caremar. La nuova gestione della compagnia marittima non ci ha concesso l’accesso. Il ragioniere Francesco Ceci, dirigente dell’azienda, ce l’ha vietato. Un ordine che pare sia giunto direttamente dal dottor Roberto Liguori, amministratore delegato della compagnia. Cosa vogliono nascondere alla cittadinanza? Cosa non vogliono farci vedere?».
«Il consigliere regionale - ha chiarito Maria Grazia Di Scala - per legge ha funzioni ispettive e di vigilanza. In più gli accessi a bordo sono previsti anche nel contratto firmato da Caremar il 16 luglio. Evidentemente esiste una situazione talmente critica da costringere gli amministratori di Caremar ad andare contro gli accordi e il buon senso pur di nascondere le irregolarità della propria flotta. Non ho nessuna intenzione di rinunciare al mio ruolo di vigilanza. Non mi fermerò. Pretendo chiarezza per salvaguardare i diritti degli utenti e lavoratori Caremar».
«I turni massacranti cui sono costretti a sottostare i lavoratori della Caremar - ha inoltre dichiarato Maria Grazia Di Scala - sono un’offesa al lavoro dei marittimi e una vera e propria minaccia alla sicurezza dei viaggiatori. Un marinaio costretto a lavorare per una parte consistente dell’arco della propria giornata, senza la possibilità di poter riposare in maniera consona a fronte di un lavoro profondamente usurante, rappresenta non solo una mancanza di rispetto contrattuale, ma anche una roulette russa giocata sulla pelle delle migliaia di pendolari e turisti che approdano sulle isole di Ischia, Capri e Procida. Un marinaio stanco, spremuto oltre i proprio limiti è un pericolo per se stesso e per chi viaggia su traghetti e aliscafi. Tutto ciò è inammissibile e il Consiglio Regionale, ma soprattutto il governatore De Luca, hanno il dovere di monitorare una situazione che rappresenta una mina vagante nel mare di Napoli».
Sono questi i motivi che hanno spinto il consigliere Maria Grazia Di Scala, unica rappresentate ischitana al palazzo della Regione del centro direzionale, a presentare una mozione durante il Consiglio tenutosi ieri pomeriggio nel cuore istituzionale di Napoli. Interpellanza che non ha trovato la solidarietà dei consiglieri del PD. Si sono rifiutati di sottoscrivere il documento, nonostante l’importanza dei temi trattati.
«Evidentemente i turni massacranti della Caremar privatizzata non interessano al Partito Democratico. Alla faccia della sinistra! Qui si gioca sulla pelle dei viaggiatori e dei lavoratori del golfo - ha concluso Maria Grazia Di Scala con un velo di malcelata amarezza - tutto ciò è inaccettabile».