"Tutto quello che fu resta presente. Ricordando Giovanni Verde" è il titolo del volume che sarà presentato sabato 21 novembre, alle ore 17.00, nella sala del Museo Civico del Torrione a Forio.
A quasi 60 anni dalla sua morte, un libro dedicato a Giovanni Verde, poeta e scrittore foriano. Non un saggio critico bensì una raccolta di articoli, testimonianze e ricordi accompagnati da alcuni brani di prosa e di poesia e da vecchie immagini tratte dall’archivio fotografico di famiglia. Un modo semplice e affettuoso per raccontare l’uomo e la sua opera.
Salve o Memoria! A te che dal torrente
del tempo, della morte e dell’oblio
salvi ogni cosa, tal che nella mente
– ove l’alito spira del buon Dio –
Tutto quello che fu resta presente;
a te che abbelli ogni ricordo mio,
un magnifico canto ho dedicato,
inno del cor… ma l’ho dimenticato!
(Giovanni Verde)
Semmai avesse bisogno di una presentazione, Giovanni Verde (Forio 1880-1956) lo fa da solo, proponendosi così, tra il serio e il faceto, così come vive la sua intensa vita a cavallo tra le due guerre (partecipa alla prima col grado di Capitano) e dona ai suoi contemporanei e ai posteri un’attenta analisi della vita sociale, cercando tra le righe delle difficoltà degli anni bellici e postbellici la chiave ironica che ne attutisse la durezza. E lo fa ottimamente ad esempio con I miei versi giocosi; con Quando ne imbrocco una e con la commedia N’zaurt! rappresentata la prima volta a Forio al cinema Moderno, u’ cinm e Pella Pell. Giovanni, laureato in giurisprudenza, si dedicò maggiormente alla poesia e alle arti figurative; a Napoli frequentò i cenacoli letterari e conobbe numerosi scrittori ed artisti, come D’Annunzio, Di Giacomo, Bovio, Serao. Collaborò ai quotidiani fondati da Edoardo Scarfoglio e Matilde Serao Il Mattino e Il Giorno; diresse i periodici isolani Il Gerone e L’aquilotto, quest’ultimo da lui stesso fondato nel 1921. Finita la Prima guerra mondiale, ideò ed eseguì il monumento a Vittorio Emanuele III, eretto nella città di Gorizia. Insegnò storia e diritto a Napoli nelle scuole tecniche ENEM. Tornato a Forio, dopo la Seconda guerra mondiale, volse la sua attenzione alla ricerca di notizie, e specialmente ai miti, concernenti l’isola d’Ischia: nascono La saga di Pitecusa o La leggenda dell’isola Ischia pubblicata postuma nel 1973 e il saggio Ischia a volo d’uccello. Gli fu affidata dal Comune la direzione del Museo Civico del Torrione appena creato, dove sono conservate le opere di Giovanni Maltese, (del cui cenacolo culturale era stato, fino alla dipartita del Maestro, assiduo frequentatore), e curò la pubblicazione dei Sonetti inediti dello scultore, poesie in vernacolo con l’aggiunta di un glossario e di un saggio sul dialetto foriano. Furono da lui composte le epigrafi al Cardinale Luigi Lavitrano (Basilica di S. Maria di Loreto) e all’eroe foriano Luca Balsofiore. . Scrisse inoltre il testo per una lapide commemorativa del Torrione che verrà prossimamente apposta in loco.
La sua produzione poetica si caratterizza per un’intelligente ironia e autoironia, attraverso la quale coglie gli aspetti genuini della vita foriana.
Giovanni Verde amò profondamente Forio e l’Isola. Negli ultimi tempi si dedicò all’istituzione del Gruppo Marinai d’Italia. Ricordiamo il progetto avviato dall’amministrazione del Sindaco Del Deo, con delibera del 13 giugno 2013, di intitolargli il piazzale antistante la sede dei Marinai d’Italia ma non ancora ultimato.
Le figlie Anita e Wanda tracciano una memoria inedita del padre, una lucida testimonianza attraverso scritti e documenti inediti, lettere, foto, poesie e brani di prosa per la gioia di chi vorrà partecipare alla presentazione del libro: Tutto quello che fu resta presente. Ricordando Giovanni Verde. L’appuntamento è per sabato 21 novembre ore 17 al Torrione di Forio. L’evento, organizzato dall’Associazione Culturale Radici, affidataria del complesso museale, vuole sensibilizzare soprattutto i giovani a una conoscenza della ricchezza del nostro patrimonio storico e culturale e aprirà gratis le porte del Museo Civico Giovanni Maltese.
La serata prevede i saluti di Giuseppe Magaldi, presidente dell’Associazione Culturale Radici e a seguire gli interventi dell’avv. Nino d’Ambra e dell’avv. Luciano Trifogli.