La Ricostruzione o meglio ancora la “Riqualificazione” del territorio e dell’economia di Casamicciola – la cittadina dell’isola d’Ischia (Ischia è una delle tre aree vulcaniche del Napoletano insieme al Vesuvio ed ai Campi Flegrei), colpita il 21 agosto 2017 dal tredicesimo terremoto della sua storia moderna proprio perché la più ricca di acque termali conosciute fin dal XVI secolo – deve partire da una sua “riqualificazione”,
i cui segni di una “ricostruzione incompiuta”, dopo il dodicesimo terremoto, il più terribile, del 28 luglio 1883, si vedono ancora oggi con una “sconcertante edificazione” avvenuta nei “Rioni baraccati provvisori diventati definitivi” della Marina, di Perrone e della Sentinella, dalla nuova utilizzazione dell’area colpita dal terremoto del 21 agosto 2017, il tredicesimo della sua storia, e che è circoscritta ai quartieri del Majo e di La Rita. Ma i danni agli edifici coinvolgono l’intera cittadina di Casamicciola: circa 700 edifici colpiti, circa 2mila sfollati, 5 edifici scolastici inagibili per una popolazione scolastica dell’obbligo di circa 700 alunni ridotti a 500 per effetto del “trasferimento” in altre scuole dell’isola, perfino la sede municipale inagibile, transennamenti per sicurezza nelle vie principali Principessa Margherita, Corso Garibaldi, Via de Rivaz.
Un’area di circa 3 Km2 dei 6 complessivi del Comune di Casamicciola – che comprende anche la frazione Fango che si trova però “amministrativamente” nel Comune di Lacco Ameno essendo l’isola divisa in sei Comuni – abitata da circa 1500 persone e che è stata considerata “zona rossa” è vietata a tutti e dove il Commissario all’“emergenza“ ma non alla “ricostruzione” arch. Grimaldi, non ha inteso nemmeno avviare una “palificazione”.
Palificazione – con enormi puntellature in tubi di ferro di edifici a rischio crollo – invece è stata realizzata nella Piazza Majo e nella Piazza Fango, per permettere, con semafori, lo scorrimento veicolare nelle vie Borbonica e Spezieria, senza invece adottare immediatamente provvedimenti di demolizione e di riqualificazione.
Quest’area del Majo-La Rita – Fango – oggi una “città morta” nell’isola d’Ischia – è ad “elevato rischio sismico” stimabile dagli studiosi al grado XI della scala Mercalli pari 5, 3 della Richter per il “terremoto atteso” non può ritornare ad essere il “Borgo” del secolo XIX perché già colpito da due terremoti nel secolo XIX e comunque abitato nel secolo XX da una popolazione che in quei luoghi aveva la casa, ma può diventare, in una ottica di realistica Pianificazione Territoriale, un “Parco ambientale e scientifico” in un disegno di riqualificazione complessiva non solo dei Comuni di Casamicciola e Lacco Ameno ma dell’intera isola d’Ischia che ha una popolazione totale di circa 64mila abitanti la gran parte concentrati sulla “costa” che va da Ischia Ponte fino a Forio includendo Casamicciola e Lacco Ameno.
Si dovrà esaminare una “seconda delocalizzazione” degli abitanti di quei quartieri così come fu deciso dal Governo dell’epoca all’indomani del terremoto del 18 luglio 1883 con il Piano Regolatore dell’ing. Lo Gatto approvato direttamente dal Governo su proposta del Ministro dei Lavori Pubblici, Francesco Genala.
Tanto è emerso alla presentazione del libro “History of Ischian Earthquarkes” – un testo di 138 pagine con 5 prefazioni (Giovanni Polara, Pietro Greco, Ilia Delizia, Piero Pierotti, Ferruccio Ferrigni), ed una presentazione della direttrice dell’Osservatorio Vesuviano, Francesca Bianco, sulla storia dei terremoti nell’isola d’Ischia in epoca storica in italiano ed inglese e destinato alla Comunità Scientifica Internazionale - del prof. Giuseppe Luongo e della prof. Elena Cubellis edito dalla benemerita “Bibliopolis” di Napoli tenuta oggi sabato 26 maggio 2018 nella sala da Thè del Bar Calise 1925 in Piazza della Marina di Casamicciola per iniziativa del Lions Club Isola d’Ischia, dell’Editrice Bibliopolis e dell’Agenzia Stampa per il Rinascimento di Casamicciola e dell’isola d’Ischia “Il Continente”, con la partecipazione del prof. Giuseppe Luongo, Emerito di Fisica del Vulcanesimo alla Federico II di Napoli, già direttore dell’Osservatorio Vesuvio e già Senatore della Repubblica, della prof.ssa Elena Cubellis, Ricercatrice dell’Osservatorio Vesuviano, della prof.ssa Ilia Delizia, Emerita di Storia dell’Architettura all’Università Federico II di Napoli, del prof. Ferruccio Ferrigni, del CUEBC di Ravello e già docente della Federico II, del prof. Roberto Scandone, Emerito di Fisica del Vulcanesimo alla Università Roma Tre.
Francesco Gallitelli, Presidente del Lions Club Isola d’Ischia, ha portato il saluto dei Lionisti ischitani mentre ha introdotto e moderato il giornalista Giuseppe Mazzella, direttore dell’Agenzia Stampa “Il Continente” ed autore del volume “i sei secondi che sconvolsero Ischia” (Il Continente-2017).
“I terremoti nell’isola d’Ischia, nella scarna statistica storica, avvengono sempre nella stessa zona e cioè nell’area di Casamicciola Alta. Sono di bassa profondità, appena uno o due chilometri, ma di alta velocità. Questo determina danni enormi agli edifici ed alla popolazione. Bisogna sempre più studiare la “sorgente sismica” per le “onde anormoniche” ”che colpiscono una zona molto più vasta dell’epicentro. Casamicciola infatti dal terremoto del 21 agosto 2017 non è stata colpita solo in Piazza Majo ma anche in altre zone come Corso Garibaldi e Viale Paradisiello.
Bisogna realizzare in quell’area un Parco Naturale e Scientifico e dichiararla “zona indisponibile” per una edificazione intensiva. Non è più prorogabile un rigoroso controllo del territorio dell’isola d’Ischia nella sua interezza” ha affermato il prof. Giuseppe Luongo.
Luongo ha riproposto quanto annunciato nella conferenza stampa del 26 agosto 2017 a Casamicciola: un Centro Europeo di Ricerca Scientifica sul territorio vulcanico dell’isola d’Ischia.
“Dal sisma del 21 agosto 2017 può nascere per l’isola d’Ischia, anche per l’importanza dello sviluppo turistico che ha raggiunto, una nuova “Cultura della Sicurezza” ed un ordinato sviluppo urbanistico tenendo conto della sua particolarietà geologica a condizione naturalmente che il “sistema istituzionale” (Governo, Regione Campania, Città Metropolitana, Comuni) con l’aiuto dell’Unione Europea intraprenda azioni concrete con un nuovo modello di sviluppo” ha concluso Luongo.
Il prof.Roberto Scandone ha sostenuto l’“unità problematica” delle tre aree vulcaniche del Napoletano – Ischia, Campi Flegrei e Vesuvio – “poiché la popolazione vive in una vasta area di vulcanesimo attivo”.
Il prof. Ferruccio Ferrigni ha illustrato le varie tecniche di costruzione storicamente sperimentate nel Napoletano fin dal tempo della dominazione borbonica.
La prof.ssa Ilia Delizia ha lanciato un “grido di dolore” per il degrado ambientale dell’isola d’Ischia provocato dalla “cementificazione selvaggia” e la necessità di una rigorosa salvaguardia ambientale.
La prof.ssa Elena Cubellis ha illustrato le finalità del volume che si ricollega alle ricerche ultra trentennali del gruppo di studiosi pluridisciplinare sulla particolarietà dell’isola d’Ischia soprattutto partendo dalla monumentale monografia dell’allora Servizio Sismico Nazionale del 1999 sul “terremoto dell’isola d’Ischia del 1883”.
“Questo libro – ha detto la prof.sa Cubellis – è un altro contributo che la Comunità Scientifica dà all’isola d’Ischia ben consapevole che la ricerca scientifica non ha mai fine ma nella consapevolezza che la Ricerca ha bisogno del necessario ascolto dai poteri decidenti delle Istituzioni Civili”.