Ischia News ed Eventi - Editoriale

Sono i contadini isolani, sapienti osservatori del biondeggiare della vite e della sua maturazione, a decretare che, ad Ischia, è tempo di vendemmia, e di rinnovare, nei campi e nelle strade dell’isola, la sagra bacchica del taglio dell’uva e della sua vinificazione per ricreare la magia e l’allegro benessere del bianco e del rosso vino d’Ischia sulle tavole italiane e straniere. Ma comunque

Con l’arrivo di settembre, Ischia torna ad essere l’isola della bellezza e del benessere e, perché no, l’Isola della luce, riacquistando tutte quelle tonalità di colori del suo magnifico paesaggio, offuscate dal caldo agostano. Archiviata per ora la consueta querelle estiva, sui rifiuti abbandonati nelle strade, tra i vacanzieri, gli isolani e gli amministratori pubblici, da anni incapaci di

Nel pieno convincimento che i porti sono il biglietto da visita di un'isola turistica, ha fatto tappa ad Ischia, nel pittoresco porticciolo di Sant'Angelo, l'operazione "Porto pulito" che, promossa dalla Regione, dalla Direzione marittima della Campania e da Lega Ambiente, intende valorizzare appieno la risorsa mare, educando i più giovani al rispetto dell'ambiente e pulendo i fondali del porto del borgo marinaro di Serrara Fontana, da poco tornato nella gestione del comune isolano.

In attesa che la stagione turistica esploda dopo questo periodo di stasi dovuto all'incertezza dei tempi e alla recessione economica, Ischia deve oggi fare i conti con quella che dovrà essere la sua nuova immagine agli occhi del mondo. Bisogna riprogettare il turismo dell'Isola! Non si può più perdere tempo in attesa di stagioni migliori! Bisogna investire sul paesaggio e sull'ambiente incontaminato che, ad Ischia, ancora esiste e deve servire da traino per bonificare la violenza perpetrata da anni sul verde isolano. Se Ischia è

Si è lasciata ammirare come poche volte sa fare. Ha tirato fuori il suo orgoglio e la sua dignità e indossando il suo abito più bello ha abbagliato noi tutti con la sua luce , la nosta amata Ischia! I riflettori si sono accesi e lei ha saputo rispondere con il suo fascino indiscutibile, la sua spontaneità e il suo carattere forte, fatto di sale e di lava.

La seconda tappa del giro d’Italia ad Ischia è stato un evento significativo non solo per la visibilità internazionale del nostro territorio ma anche perché una competizione sana, intensa, tenace come quella sportiva in un momento di grandi incertezze diventa un invito a insistere, a crederci, ad andare avanti per raggiungere, anche se con piccole tappe, grandi risultati. Il giro d’Italia era approdato ad Ischia già nel 1959, ben 54 anni fa’. Nato nel 1909 dall’intuizione del giornalista Tullo Morgagni è una delle tre corse a tappe più importanti del mondo. E l’Unione ciclistica internazionale l’ha inserito nel suo circuito professionistico insieme alle altre due grandi corse internazionali, il Tour de France e la Vuelta a Espana. Storicamente è da ritenersi la seconda corsa a tappe più prestigiosa dopo quella francese.

Al di là della competizione sportiva il Giro d’Italia ha offerto all’isola una grande esperienza , solo in parte goduta dagli ischitani e dai suoi ospiti: chilometri di strade, panorami, percorsi liberi di essere fruiti. Non un’isola pedonale ma un’isola a misura d’uomo: questa è la visione che un evento impegnativo come il Giro d’Italia ha suscitato in noi tutti. Certamente la visione di “Ischia l’isola del pedone” è una provocazione ma se la adattiamo appena un po' alle esigenze economiche, sociali e di sicurezza è possibile trovare un apprezzabile compromesso, ripensando tutto il suo straordinario territorio a misura d’uomo.

Per gli antichi questo era il mare delle Sirene! Che, con il loro canto  cadenzato dal ritmo delle onde, lanciavano il loro irresistibile richiamo ai naviganti, inducendoli a dimenticare la loro meta e a perdersi nella magica bellezza di questi luoghi! E oggi come allora l’incantesimo si ripete!
Da sempre infatti l’Isola d’Ischia affascina non solo i viaggiatori ma anche gli scrittori e gli artisti di ogni epoca  da Virgilio a Boccaccio,  da Lamartine ad Ibsen, da Truman Capote ad Auden, da De Chirico a Pagliacci, da Gilles a Bargheer . Una lunga e fascinosa storia che conobbe il suo massimo splendore quando sulla rocca del Castello Aragonese, oltre 500 anni fa’, il 27 dicembre del 1509, furono celebrate nella Cattedrale dell’Assunta  le nozze tra Vittoria Colonna e Ferrante D’Avalos, marchese di Pescara. Un avvenimento per le cronache dell’epoca e per Ischia che, grazie soprattutto alla sua Signora, la grande poetessa rinascimentale Vittoria Colonna, divenne meta prediletta di Ludovico Ariosto, Michelangelo Buonarrotti, Paolo Giovio, Francesco Petrarca, Bernardo Tasso, Berardino Rota, Iacopo Sannazzaro, Giovino Pontano. Qui infatti il Sannazzaro compose  il suo De parta Virginis, qui Ariosto trovò l’ispirazione per il suo immaginifico poema di armi e di amori, qui la stessa Vittoria Colonna pianse la morte in battaglia del suo amato Ferrante, ricordando nelle rime del suo Canzoniere lo straordinario Cenacolo culturale del Castello che, per mezzo secolo, alimentò la più fresca lirica italiana!
Che Ischia possedesse innumerevoli attrattive, l’avevano già scoperto  gli antichi. Lo testimoniano i ritrovamenti dei primi insediamenti greci e, con maggiore evidenza, le rovine del Castello Aragonese, una vera e propria città, sorta dove già Gerone Siracusano aveva edificato la sua formidabile rocca. Verdi colline avvistarono i primi marinai greci che sbarcarono sull'isola, nella baia di  San Montano, otto secoli prima di Cristo. Venivano da lontano, dall'Isola di Eubea, ma quella terra apparve loro subito familiare. Sul promontorio di Monte Vico e nella pianura sottostante, i greci costruirono la loro nuova città, Pithecusa, che divenne un avamposto nevralgico dei commerci tra la Grecia e le popolazioni italiche. Fu quello il primo insediamento greco nel Mediterraneo occidentale, l'inizio della Magna Grecia. E proprio alla Magna Grecia è dedicato il museo archeologico di Villa Arbusto a Lacco Ameno. Lì sono ospitati i preziosi reperti rinvenuti dall’archeologo Giorgio Buchner, in trent’anni di scavi nella necropoli di San Montano. E in primo piano  la così detta coppa di Nestore, su cui è inciso il più antico testo scritto rinvenuto in Occidente.

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