Ischia News ed Eventi - Rubriche

C’è una guerra dei Manifesti cioè delle “dichiarazioni solenni”, di quello che si dovrebbe fare nelle più importanti località turistiche della Campania al tempo della nuova globalizzazione, della competizione o concorrenza turistica mondiale, della recessione dell’economia. E’ una guerra del tutto similare a quella che i vari candidati fanno durante le campagne elettorali imbrattando, attraverso i loro attacchini, i muri delle città e dei paesi. Belle parole, grandi slogan, molto fumo poco arrosto.

Anche Capri, l’isola Azzurra, ha il suo Manifesto programmatico. Lo hanno commissionato nientemeno che al Censis, il più importante Istituto di ricerca negli studi sociali, i due Comuni, Capri ed Anacapri, dell’isola Azzurra – cara a Munthe e Malaparte ed a tanti altri intellettuali che hanno creato il Mito di Capri - in collaborazione con 4 associazioni di categoria e con la Fondazione Capri Excelence costituita da facoltosi imprenditori locali con l’obiettivo di realizzare Grandi Eventi.

C’è una canzone; c’è un film; c’è un giornale che ogni volta che mi assale la nostalgia per quello che avrei voluto fare di più nella mia vita mi ritornano alla mente.

La canzone, l’unica mi pare che abbia inciso, è “Maintenant je sais” di Jean Gabin. Uscì alla fine degli anni ‘70 con un 45 giri e non fu mai tradotta in italiano. E’ il racconto della vita di un uomo che a 60 anni scopre di non saper nulla dopo aver detto per tutta la vita “adesso io so”. Mi riconosco in quel uomo.