Ischia News ed Eventi - Rubriche

Sul “Roma” di  giovedì 23 giugno l’arch. Gerardo Mazziotti ha scritto un articolo di enorme valore, a mio parere, che la direzione pubblica in prima pagina di apertura dove di regola si mettono gli Editoriali che rappresentano la linea politica del giornale anche se vengono firmati ma il “Roma” nell’occhiello qualifica l’articolo come “l’opinione” quasi per prendere le distanze dalla  condivisione  da parte della direzione ma con rispetto per il pluralismo delle idee. E’ un peccato perché l’articolo dal titolo: “Ci vuole coraggio ministro Tremonti” non solo merita una assoluta condivisione ma un’ampia diffusione.

Abbiamo dato vita circa due anni fa nello studio dell’indimenticabile amico avv. Nello Mazzella insieme a Franco Borgogna, che lo presiede, ad un “Osservatorio sui fenomeni socio-economici dell’isola d’Ischia”(OS.I.S) nell’intento di raccogliere dati, di promuovere studi e ricerche sul sistema economico e sociale dell’isola d’Ischia, in modo da presentarli alla “classe dirigente”dell’isola affinché possa adottare le decisioni migliori per consolidare lo sviluppo raggiunto e promuovere strategie per la nuova occupazione soprattutto giovanile. Non siamo stati animati da ambizioni politiche perché una nuova carriera politica non si comincia a 60 anni ma forse alla nostra età e con la nostra esperienza possiamo disinteressatamente offrire un contributo per affrontare i gravi problemi dell’isola dove siamo nati, dove vogliamo continuare a vivere e che vogliamo rimanga l’isola dei nostri figli dove possono abitare e vivere.

E’ morto il 20 giugno a Venezia, la città che amava più di tutte, ad 89 anni Lamberto Sechi, uno dei più grandi Maestri del giornalismo italiano moderno. Il nome forse dice poco o niente ai giovani o al grande pubblico. Sechi non era una prima firma come Indro Montanelli o Enzo Biagi, non era cioè quello che l’immaginario collettivo definisce un grande giornalista che scrive editoriali solenni o inchieste indimenticabili come quelle di Tiziano Terzani.

Sechi era un grande “costruttore” di giornali ed ha costruito negli anni ‘60 il più importante settimanale italiano, “Panorama”, che superava nelle vendite “L’Espresso” di Eugenio Scalfari ed ha introdotto il giornalismo inglese in quello italiano “disciplinando” la redazione con uno stile assolutamente omogeneo in modo tale che prescindendo da chi scriveva il giornale doveva sembrare scritto da una sola persona. L’attacco dell’articolo doveva essere breve, le frasi corte,la chiarezza assoluta, i dettagli precisi. Sotto la testata di Panorama Sechi fece apporre, rivisitandolo, l’ammonimento di Scott, il padre del giornalismo inglese: “I fatti separati dalle opinioni”.

L’elezione di Luigi De Magistris, 43 anni, magistrato coraggioso, eurodeputato  in carica ed eletto nella lista di Italia dei Valori, a Sindaco di Napoli con uno schieramento “oltre” i partiti tradizionali di centro o sinistra rappresenta una svolta di enorme importanza , un forte segnale di cambiamento, per la Città di Napoli  che è la più grande Metropoli  nonché la capitale storica ed economica di tutto il Meridione.

De Magistris ha voluto e saputo dare voce ad una società civile, sociale, economica stanca della partitocrazia e dei suoi vecchi e nuovi rituali.  La sua vittoria è prima di tutto una sconfitta della destra – antica e moderna - ma anche della sinistra tradizionale rappresentata oggi dal Partito Democratico di cui lo zoccolo duro è l’ex-organizzazione del Partito Comunista che l’ex Presidente della Campania ed ex sindaco di Napoli, Antonio Bassolino, incarnava. Chi ha votato De Magistris lo ha fatto per dire basta agli uomini di ieri e ai  loro rituali – oltre la destra e la sinistra – ed ha chiesto uomini e donne che siano credibili per affrontare una problematica titanica per far rinascere una o forse la più bella città del mondo.

Ho già avuto modo di affermare che la questione dell’unificazione amministrativa dell’isola d’Ischia in un unico Comune se esce dalla porta sconfitta dall’astensionismo – che significa non partecipazione al problema – dalla maggioranza degli ischitani che hanno impedito il raggiungimento del quorum del 50 per cento più uno rientra dalla finestra. Meglio. Respirerà aria più pulita liberata dalla demagogia, dal personalismo, dal tatticismo, dal campanilismo.

Il Referendum consultivo, indetto – ai sensi di legge – dalla Regione Campania per conoscere il “parere” delle popolazioni interessate all’unificazione amministrativa dei sei Comuni dell’isola d’Ischia, è stato respinto. Ma non è stato respinto perché i NO hanno prevalso sui SI come ci si aspetta da una consultazione referendaria. Tutt’altro. E’stato respinto perché una consultazione referendaria è valida quando vota il 51% degli iscritti alle liste elettorali.

Poiché gli elettori iscritti alle liste elettorali dei sei Comuni erano 52948 il quorum era di 26475. Hanno votato soltanto 15081 elettori pari al 28, 48% e quindi poiché non si è superata la soglia del 51% la consultazione potrebbe definirsi inefficace o non valida.

La maggioranza degli ischitani ha quindi manifestato con il silenzio, il non voto, la sua contrarietà al Comune Unico – come invitava a fare il fronte eterogeneo del NO costituito  da un “arco supercostituzionale” dai maxisti-leninisti-stalinisti ai mussoliani-evoliani-futuristi passando per i veto-socialisti, ipercampanilisti etc. talmente vasto che nemmeno la potenza di Ulisse – con l’aiuto della divina Athena – poteva stendere.

Quando si prendono certe “lezioni” – da un libro, un giornale, un oratore – nell’età dell’apprendimento o della formazione giovanile si “infilano” nella nostra memoria – il cervello ed il cuore – e non ne escono più. Diventano pietre, macigni, montagne sulle quali costruisci tutto il resto della tua impostazione di vita.

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