Ischia News ed Eventi - Rubriche

Domenica sera  28 agosto 2011 -  nel suggestivo angolo alle spalle della Chiesa di San Gaetano a Forio dove un tempo sorgeva la libreria di Vito Matterra e dove le Cantine Pietratorcia hanno impiantato un punto di degustazione dei loro prodotti e dei prodotti della nostra terra ma con lo scopo più vasto di farne un punto atipico di incontri culturali dove la tradizione si unisce alla modernità e si discute dell’una e dell’altra

C’è un proverbio o un detto popolare a Ponza, la più grande con i suoi 7,22 Kmq e l’unica abitata  del gruppo delle Ponziane – attenzione si chiamano “ponziane” e non “pontine” come sottolinea il decano degli storici locali, Ernesto Prudente – che comprende anche Palmarola (1,36 Kmq), Zannone (1 Kmq),  e l’isolotto di Gavi (14, 06 ettari) -  che dice che “in ogni casa ponzese c’è un Silverio, una causa ed un emigrato”. Il detto popolare racchiude bene la tradizione, il costume o la mentalità ed infine la situazione economica e sociale.

Leggo " Ponzaracconta" con enorme interesse. Ho letto con attenzione il pezzo del mio " cugino ponzese "Giuseppe Mazzella sulla miniera e rilevo sempre di più che a Ponza bisogna venirci in pieno inverno quando il mare è " el mar", al maschile, come direbbe Hemingway, e scrivere sulla " terra", sui ponzesi cugini isolani come me, sui loro problemi e sulla loro storia.

Lunedì 15 agosto alla latitudine e longitudine dell’isola d’Ischia il sole sorgerà alle ore 6 e16 minuti e tramonterà alle ore 20 e 4 minuti. La giornata durerà circa 14 ore e la notte circa 10. Se si potesse “fare qualche pazzia” due volte nell’anno anzicchè una come ammonivano i latini secondo i quali “semel in anno licet insanire” si sceglierebbero le date del 31 dicembre, l’ultimo giorno dell’anno con la notte più lunga, ed il 15 agosto con la notte più corta.

“La fedeltà dell’isolano all’isola non è campanilismo perché si estende ai fiori, ai frutti, alle rocce ed al modo stesso di affacciarsi sull’ “elemento nemico”e cioè il mare”.

Lo trovai scritto molti anni fa – credo addirittura mezzo secolo fa – in un elzeviro sul “Corriere della Sera” scritto da Niccolò Tucci (1908-1999). La citazione è a memoria e può darsi che non sia del tutto corretta. Ma a me rimase impressa. Ero un ragazzino “isolano” di  poco più di 10 anni invogliato dalla sua professoressa alle scuole medie – tradizionali con il latino dal primo al terzo anno – a leggere il giornale che “è fonte di cultura”. La nostra professoressa – Angiola Maggi Malagoli – ci disse che “il giornale conteneva  in terza pagina le notizie culturali e sulla sinistra appariva un racconto breve che si chiamava elzeviro”.

Il 21 agosto del 2001 moriva nella sua casa di Forio in via Spadara il prof. Edoardo Malagoli. Aveva 83 anni essendo nato ad Offida, un paesino delle Marche in provincia di Ascoli Piceno, il 18 dicembre 1918, secondo dei quattro figli di Cesare Malagoli, dottore in agraria ed enologo di fama nazionale morto nel 1981 a 99 anni e di Ada Cervi, casalinga. E’ stata una delle figure più alte della cultura dell’isola d’Ischia per oltre quaranta anni.

Pietro Soldi su “La Repubblica” edizione di Napoli di domenica 31 luglio 2011 prendendo spunto dall’allarme degli operatori del settore per la crisi del turismo accentuatasi nell’ultimo anno soprattutto per l’eterna emergenza rifiuti, afferma che “sul ruolo del turismo a Napoli e in Campania occorre avere idee chiare ”poiché “in Campania, come in tutto il Mezzogiorno, il turismo non contribuisce alla produzione di ricchezza in proporzione alle potenzialità del territorio”. Secondo “Soldi “il dato di fondo è che il turismo meridionale stenta a strutturarsi come “industria”e da qui la necessità di “uscire definitivamente dall’assetto “artigianale” e innescare un trend di crescita di lungo respiro con “una politica turistica vera e propria”.

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