Ischia News ed Eventi - Ambiente

Tra i primi firmatari del disegno di legge sulla bellezza, proposto da Legambiente, ci sono Don Luigi Ciotti, Moni Ovadia, Ottavia Piccolo, Roberto Saviano, Ricky Tognazzi, e tanti altri personaggi della società civile  e del mondo della cultura.

La bellezza, afferma Legambiente nella presentazione della legge, è la principale caratteristica che il mondo riconosce all’Italia, nonché “una chiave fondamentale per capire come il nostro Paese possa ritrovare le idee e la forza per guardare con ottimismo al futuro”. Ma il concetto di bellezza che pervade il testo legislativo non è quello di un estetismo fine a se stesso. La bellezza è invece intesa come qualcosa che attiene tanto alla natura quanto alla cultura, tanto al territorio quanto alle comunità umane, tanto all’arte quanto alla struttura della società.

“La connessione tra l’idea di bello e quella di bene, suggerita dalla radice etimologica della parola, rinvia alla concezione della bellezza come ordine, armonia e proporzione delle parti. Nel paesaggio è la capacità di riuscire ad affermare il legame del particolare con il tutto, dev’essere considerata una condizione strutturale per consentire, all’interno di un territorio, processi di relazione e di convivenza civile e indotti di natura economica”. Ecco come Monica Amari, in un dossier pubblicato da Nuova Ecologia[1], esplicita il concetto.

Bellezza, dunque, come armonia fra parti che costituiscono un tutto. Prima conseguenza di questa impostazione è che la bellezza caratterizza esclusivamente ciò che migliora l’insieme di cui fa parte. Una villa può anche essere bella per i suoi occupanti, ma se per costruirla si abbatte un bosco secolare, causando frane e danni ecologici, non rientra nel concetto di bellezza, anzi può essere considerata un ecomostro indipendentemente dal luminare che ne firma il progetto.

Si è tenuta il 24 gennaio 2013, nella sala consiliare della II Municipalità di Napoli in p.za Dante, la Conferenza Stampa,  promossa dal Comitato Promotore della legge di Iniziativa popolare sulla Cultura e Diffusione della Energia  Solare in Campania. Il Comitato Promotore ha sottolineato che la legge, approvata all’unanimità il 10 gennaio scorso dal  Consiglio Regionale, costituisce un evento epocale per la Campania, sul piano sia legislativo, sia della diretta  partecipazione dei cittadini e della società civile alle scelte istituzionali. Ma perché la legge non resti pura elencazione di principi ed articoli, per quanto di eccezionale valenza, occorre attivare subito il percorso per attuarne i contenuti, estendendo  ulteriormente il grandissimo  consenso e la forte  partecipazione già registrata finora. Proprio ciò che ha consentito l’eccezionale risultato ottenuto con l’approvazione della legge, ma anche con la fortissima crescita della sensibilità e della cultura del Solare.
Il superamento del Comitato Promotore della legge per attivare una vera Rete Campana per la Civiltà del Sole e della Biodiversità è stato posto come obbiettivo organizzativo fondamentale, per estendere quanto più possibile ed armonizzare la diretta partecipazione delle associazioni, dei comitati, dei gruppi, delle istituzioni e dei cittadini, che condividono i contenuti della legge  e sono interessati  alla loro attuazione. Questo passaggio – si è detto - è decisivo per dare continuità all’eccezionale ed entusiasmante lavoro finora svolto ed altissima valenza ideale, culturale, progettuale, di movimento al percorso di attuazione della legge.

L’approvazione,  alla unanimità,  da parte del Consiglio Regionale della legge di iniziativa  popolare sul solare  è stato un evento epocale per la Campania. Occorre ora attivare il percorso per attuarne i contenuti ed estendere  ulteriormente il grandissimo  consenso e la forte  partecipazione già avutasi.

Ill.me Autorità,

l’approvazione da parte del Consiglio Regionale della Legge di Iniziativa Popolare sulla Cultura e Diffusione della Energia Solare in Campania, come abbiamo già entusiasticamente, ma anche  correttamente   affermato, è  un fatto di importanza epocale perché avvia un percorso di cambiamento radicale di un modello energetico e di sviluppo  per un tempo illimitato  e che si renderà sempre più necessario ed urgente per  il progressivo esaurirsi delle fonti fossili e per   l’inquinamento ed il Clima.

D’altra parte il “Solare” è un terreno di  eccezionale, fondamentale, rilevanza in ogni campo a partire dall’attività produttiva e dal lavoro, costituendo l’incontestabile  riferimento di una  crescita di qualità vera  del Paese e della Società. E’ evidente che la “appropriazione  del  solare”,  nei suoi molteplici aspetti, dal know-how alla ricerca, dalla produzione alla commercializzazione,  sta diventando e  diverrà sempre più di fortissimo interesse delle istituzioni  e dei soggetti economici, produttivi,  sociali e culturali  territoriali. E’ perciò sicuramente di importanza centrale attivarsi oggi per essere sotto ogni aspetto protagonista del processi di affermazione di quella che abbiamo definita civiltà del Sole.

L’approvazione, all’unanimità,  della legge di iniziativa popolare sulla Cultura e Diffusione della Energia Solare in Campania costituisce sicuramente uno degli  atti più significativi  della Storia della Regione Campania, dalla sua istituzione ad oggi per moltissime ragioni.

Il testo della legge è stato costruito   in maniera massimamente  partecipativo sul piano delle idealità e delle competenze, dal Mondo dell’Associazionismo – dall’Arci alla Federconsumatori, dalla Legambiente ai VAS ed al WWF - delle Università e della Ricerca della Campania, della Produzione e del Lavoro – Imprese e Sindacato - e da tante singole Personalità e Cittadini.
Amplissimo è stato il consenso espresso  non solo dal numero di firme raccolte in tutte e cinque le province ed in 50 Comuni della Campania che hanno superato le ventimila,  di cui 13575 regolarmente depositate, ma soprattutto dal grandissimo interesse e dalla intensa partecipazione, tuttora in ulteriore fortissima crescita ed espansione a livello non solo regionale ma su tutto il territorio nazionale.
Possiamo, senza alcuna enfasi,  affermare che in Italia mai vi è stata una legge  regionale di iniziativa popolare che abbia avuto tanto consenso e questo è un motivo di grande orgoglio non solo per i suoi promotori, ma per la intera regione in ogni sua articolazione, politica, culturale e sociale.

Il 7 dicembre alle 9.30

nella Sala Rari della Biblioteca Nazionale di Napoli

'Un’ottima annata' si direbbe citando un film di un po' di tempo fa. Il 2012 dell'olio campano fa gongolare i produttori: e' il migliore da qualche anno a questa parte, dicono gli esperti. Bassa l'acidita', eccellenti le caratteristiche chimiche e organolettiche. Ma qual e' il miglior olio novello della Campania? Questo lo si scoprira' venerdì 7 dicembre prossimo alle 9.30 nella Sala Rari della Biblioteca nazionale di Napoli con il concorso 'Nuovolio 2012'.
Il premio, dedicato ai migliori oli extra vergine ottenuti con le olive dell'annata agraria corrente, e' organizzato da Coldiretti Campania e Unaprol.

Come noto, con la legge n.25 del 2010 ( conversione in legge del cosiddetto decreto mille proroghe) è stata fissata la proroga della concessione degli stabilimenti balneari al 31 dicembre del 2013: un tempo più che sufficiente per  coniugare armonicamente la domanda che viene da tanti cittadini sul diritto alla balneazione ed al mare, liberi e gratuiti, la tutela della biodiversità dei litorali,  delle spiagge e del   mare, la possibilità di investimenti e lavoro in rapporto a tale corretta fruizione.
Vi è ancora una intera stagione balneare, quella del 2013,  da utilizzare per gli attuali concessionari e più di un anno perché gli Enti preposti, Capitanerie e Comuni,  possano predisporre ed attuare i Piani di Spiaggia, in cui convergono  le tre grandi questioni, prima indicate, diritto al mare, diritti del mare, investimenti di qualità e  lavoro nel contesto di una situazione nazionale drammatica dal punto di vista del saccheggio del litorale: “sui nostri litorali ci sono 12mila stabilimenti balneari (erano 5368 nel 2001), uno ogni 350 metri, per un totale di almeno 18.000.000 metri quadri e 900 km occupati – ovvero quasi un quarto della costa idonea alla balneazione (lo sono 4.000 km sugli 8.000 km di coste italiane) ”, come ci ricorda il WWf e come da anni denunciano i  VAS nelle Campagne annuali “Diritti al Mare – Diritti dei Mare”.

E’ su Il Golfo di una settimana fa, e precisamente del 21 novembre 2012, la notizia secondo cui  gli automezzi dedicati alla raccolta dei Rifiuti Solidi Urbani di Forio, e quindi i rifiuti di Forio, troverebbero una loro collocazione a Zaro di proprietà comunale per effetto di un atto di Giunta che ne approva il progetto definitivo ( del.G.C.140 del 19/11/’12 ). La scelta dell’ubicazione, accanto all’irrazionalità ed all’anticultura, offre una soluzione a dir poco grottesca  laddove si parla di “ temporaneità” dell’intervento in attesa di una soluzione definitiva entro il giugno 2012, impegnando in tal senso i tecnici comunali. Ma la Giunta non ne è troppo convinta e la sua vera intenzione di passare dal temporaneo al definitivo emerge nell’atto deliberativo stesso quando dà “ mandato al Capo del II settore e del I Settore di attivarsi affinché il parere della Soprintendenza sul sito  così come realizzato (sul progetto esecutivo del Centro di raccolta  Comunale di Zaro, ndr), venga rilasciato in via definitiva, o in alternativa che per il sito così come realizzato venga progettata una destinazione alternativa al fine di non rendere vani gli investimenti effettuati “. Altro che temporaneità!!!!!!

Niente di più perverso dal punto di vista amministrativo e più pericoloso dal punto di vista ambientale (anche per l’avallo della soprintendenza!) dal momento che i 133mila euro e più che si dichiara di voler spendere andrebbero in parte ad impermeabilizzare  la superficie superiore di una vecchia discarica  che avrebbe bisogno di interventi opposti a quelli che si vogliono fare se non altro per fare giustizia di un passato che possiamo definire di vera truffa ambientale. Parlano di “intervento di bonifica e valorizzazione di un’area comunale oggi in completo abbandono e degrado “  e già pensano di cambiarne la destinazione d’uso legandola definitivamente ai rifiuti di Forio “al fine di non rendere vani gli investimenti effettuati”; e in questo insano disegno non disdegnano di riportare nel dispositivo approvato, pur di riempire la pagina, citazioni di pezzi di normativa che se applicati dichiarano l’impraticabilità dell’operazione in quel sito ai sensi del Decreto ad hoc del 2008 del Ministero dell’Ambiente, del Territorio e del Mare; una partita quest’ultima che vorrebbero risolvere con il cambio di destinazione d’uso dei suoli!

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