Ischia News ed Eventi - Ambiente

Relazione dell'ing. Francesco Trani, Responsabile Area Tecnica EVI spa.

Fino alla fine degli anni Cinquanta del Novecento, le risorse idriche dell'isola d'Ischia erano strettamente collegate alle poche sorgenti ivi esistenti ed agli accumuli di acqua piovana nelle cosiddette "piscine" domestiche. Pertanto, anche la problematica dei reflui era trascurabile e, paradossalmente, gli stessi reflui erano utilizzati per fertilizzare i terreni agricoli, realizzando così un ciclo virtuoso naturale, ovvero la catena alimentare. Ciò era possibile anche perché non esistevano i vari detersivi, acidi e sostanze chimiche il cui utilizzo è stato successivamente proposto in modo massiccio attraverso la pubblicità.

Sempre negli anni Cinquanta, grazie all'interessamento della Cassa per il Mezzogiorno e dell'E.V.I. di allora (l'"Ente Valorizzazione Isola d'Ischia"), fu realizzato il primo acquedotto sottomarino, che entrò in esercizio nell'estate del 1958, con approdo ad Ischia Ponte.

Sabato 29 Ottobre a Cassinetta di Lugagnano-Milano (primo comune italiano a crescita zero) un gruppo di oltre 500 persone ha sancito  la costituzione del Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio e il contemporaneo lancio della campagna nazionale "Salviamo il Paesaggio. Difendiamo i Territori".

Tra gli obiettivi più immediati c’è una  Proposta di Legge popolare per arrestare il consumo di suolo e prevede che nuove occupazioni di suolo a fini insediativi e infrastrutturali saranno consentite esclusivamente qualora non sussistano alternative di riuso e riorganizzazione degli insediamenti e delle infrastrutture esistenti.

Con questa legge si vorrebbe rendere obbligatoria - per tutti i Comuni italiani - la moratoria/sospensione temporanea di tutte le nuove edificazioni previste dai Piani Regolatori/Piani di Gestione del Territorio e relative varianti, finché non sarà stato completato un accurato censimento del patrimonio edilizio esistente.

Su questo tema converrebbe avviare qui ad Ischia una riflessione, che coinvolga forze politiche e sociali e gli esperti del settore, per analizzare in forma proattiva se la moratoria nelle demolizioni, che è stata più volte proposta anche a livello nazionale, non vada adeguatamente  bilanciata con una moratoria nel consumo del suolo.

Come Tutti sanno da Sindaco mi sono battuto per realizzare il Depuratore sulla Collina S. Pietro (opera da 50 miliardi di vecchie lire). La mia idea era molto semplice (e credo sia valida tuttora): solo con una “forte” depurazione dei nostri liquami renderemo il nostro mare veramente pulito, così da attrarre nuovamente un turismo balneare come quello che negli Anni ’50 ha segnato l’ inizio del Turismo ad Ischia. Ovviamente un mare depurato e pulito sarebbe un “forte” argomento da pubblicizzare nelle sedi competenti (ad esempio la BIT di Milano, piuttosto che portare il solito depliant delle manifestazioni estive, che poi non si fanno …). E tale mia Idea interagirebbe perfettamente con il Regno di Nettuno.

La mia Idea prevede due sotto-argomenti: a) occorre fare in modo che l’ acqua depurata dall’impianto non finisca nuovamente in mare: se veramente è così pulita come dicevano i Tecnici esperti, la si può e la si deve  riutilizzare per innaffiare le pinete, per lavare le barche nel Porto d’ Ischia, eccetera (un’ idea partorita dall’ ass. Luigi Osterini e recepita dai Progettisti); b) non è sufficiente depurare solo i liquami di Ischia ma occorre ricevere, trattare e quindi depurare anche i liquami del Comune di Barano: in questo modo le spiagge di Ischia e di Barano sarebbero liberate da quella forma di inquinamento che ogni anno ci affligge, direttamente ed indirettamente.

Legalità come opportunità per lo sviluppo e come volano per la green economy.

Questo è il messaggio che il Consorzio PolieCo lancia nella seconda giornata dei lavori del Forum Internazionale sull’Economia dei Rifiuti, che ha preso il via ieri ad Ischia.

L’obiettivo è superare l’emergenza e sconfiggere le ecomafie - ha dichiarato oggi nel suo intervento di apertura l’On. Alessandro Bratti, membro della Commissione Ambiente e Territorio della Camera, oltre che componente della Commissione bicamerale di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti -  Occorre un cambio di paradigma: i controlli ambientali non devono essere visti come un freno o un ostacolo allo sviluppo, ma come garanzia  di qualità per le imprese e come opportunità per lo sviluppo di nuove nicchie di mercato. La sfida? Fare del controllo ambientale il volano per la green economy”.

Dall’on. Bratti anche la ricetta per il cambio di rotta: una maggior produzione legislativa, coordinamento con le forze dell’ordine, rispetto delle regole, controlli e legalità. Sono questi gli ingredienti per raccogliere la sfida della green economy e per inaugurare – ha dichiarato in apertura dei lavori l’On.Paolo Russo - Presidente della Commissione Agricoltura della Camera “una nuova stagione della raccolta di materiali, una stagione moderna, in grado di confrontarsi con il mercato e di valorizzare non la quantità, ma la qualità dei materiali”.

È un’analisi “impietosa” quella che è stata messa a fuoco dallo studio commissionato dal Consorzio PolieCo e realizzato dall’Università di Tor Vergata sulla “geografia” del flusso dei rifiuti plastici nel mondo.

Lo studio è stato presentato in occasione della prima giornata di lavori del III° Forum Internazionale sull’Economia dei Rifiuti, organizzato dal Consorzio PolieCo, che ha preso il via oggi ad Ischia.

Di fronte alla sfida dei paesi emergenti (l’Asia in primis) che considerano il rifiuto una risorsa, “l’Italia nella partita del riciclo delle materie plastiche gioca un ruolo rinunciatario - ha dichiarato la Prof.ssa Maria Ioannilli dell’Università di Tor Vergata - e la vera svolta si è registrata nel 2008.

Da grande importatore di materie plastiche il Bel Paese ha invertito la ‘rotta’ dei rifiuti: ora la “miope” Italia non importa più, ma tende ad esportare rifiuti plastici, a differenza di tanti altri Paesi emergenti, ad esempio il Marocco che, invece, importa una grande quantità di rifiuti plastici senza esportarli”.

Estonia. Anno 2008: un movimento civico, Let's do it!, dà vita ad un movimento di persone interessate alla cura del proprio ambiente, che il giorno 3 maggio aderiscono alla prima azione di pulizia volontaria, raccogliendo ben 10.000 tonnellate di rifiuti in 5 ore sull'intero territorio nazionale. Da quel giorno, grazie ad un video diffusosi in maniera esponenziale, 15 Paesi ne hanno seguito l'esempio, con tali dati: 2,4 milioni di partecipanti con una percentuale compresa tra il 4% ed il 14,7% della popolazione nazionale coinvolta.

Italia. Anno 2011: il movimento Let's do it! Ha come partner CleaNap, formato da un organico di giovani ragazzi campani. Sulla scia degli estoni, si fa promotore di una serie di performance socialmente utili: dei veri e propri incontri, lanciati mediante la rete (Facebook o blog), che permettono ai cittadini, con propri mezzi, di ripulire un luogo vissuto: una piazza, una via, una zona, ridandole il suo splendore. Un'esigenza che parte dalla filosofia di una città concepita come migliore qualità della vita, come la stessa crasi del nome, tra il verbo "to clean" e le prime tre lettere della parola "Napoli".

Giunto alla sua III edizione, il Forum Internazionale PolieCo sull’Economia dei Rifiuti, aumenta il proprio parterre di partecipazioni istituzionali e private, doppiando la boa delle oltre 100 presenze. “Stiamo raccogliendo i frutti di un lavoro costante iniziato da tempo – ha dichiarato in apertura dei lavori, Enrico Bobbio, Presidente PolieCo, salutando i convenuti alla Conferenza Stampa di questa mattina, presso l’Hotel Nazionale, Piazza di Montecitorio, Roma - Tuttavia, in un Paese dal riconosciuto know how in materia di riciclo, stiamo assistendo, proprio ora in cui tutti vogliono salire sul carro della green economy, ad un pernicioso e sostanziale allontanamento dalla pratica del riciclo e ad una ancor più pericolosa parcellizzazione degli addetti ai lavori”.

È questo il tema centrale che sarà sviscerato nelle cinque sessioni del Forum ischitano (in programma il 23 e il 24 settembre p. v., ad Ischia, c/o L’Albergo della Regina Isabella) e che, attraverso molteplici punti di vista (economico, etico, giurisprudenziale, filosofico e giornalistico) sarà presentato come “pensatoio di green economy” per contribuire alla crescita culturale del comparto del riciclo della materie plastiche, in particolare, e dei materiali diversi, in generale. “L’evoluzione del pensiero ecologista – ha dichiarato il Presidente PolieCo - è passata da un ambientalismo militante ad una maturata visione economica (e quindi industriale e politica) del problema. Oggi perseguire la green economy non è più solo un fatto di moda, bensì una scelta obbligata per le imprese”. Di qui la necessità di creare un terreno di confronto e di dialogo che consenta il confronto sui punti nodali del sistema e sulla proposizione di soluzioni operative.

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