Ischia News ed Eventi - IL FUTURO DELL'EDILIZIA? LA CITTA' INTELLIGENTE.

IL FUTURO DELL'EDILIZIA? LA CITTA' INTELLIGENTE.

Economia
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Rapporto OS.I.S. da Bologna sulle anticipazioni di Smart City per l'Italia di domani. Anche Ischia può trovare in esse motivi di ispirazione per il rilancio dell'economia locale.

E' cominciata così: con l'ìnvito rivoltomi dai soci dell'Osservatorio dei fenomeni socio-economici dell'isola d'Ischia (OS.I.S.) a seguire – tra il 16 e il 19 ottobre – a Bologna, i convegni di Smart City Exhibition (la via italiana alle città intelligenti), nell'ambito del 49^ Salone per l'innovazione dell'edilizia (SAIE).

Con la solita abitudine di ricorrere a suggestive definizioni in lingua inglese, si è parlato di “Better Building”, in altre parole di “riqualificazione urbana e sostenibilità”.

E' così che, in qualità di presidente di OS.I.S., mi sono fatto preregistrare per la partecipazione.

Sessantacinquemila sono stati i visitatori preregistrati, oltre 800 gli espositori, 43 le delegazioni estere, nove i padiglioni occupati per 80 mila metri quadrati di superficie espositiva.

Ho partecipato dunque all'evento che ha forse preteso di contenere troppe cose, che ci sforziamo di sfrondare per andare al nocciolo delle questioni che più possono riguardare il futuro anche di realtà turistiche come l'isola d'Ischia.

Per costruire le città green in Italia, i fondi stanziati dal governo italiano e dalla UE ci sono e sono tanti: quasi un miliardo di euro, di cui 260 milioni (già disponibili) per il Sud. A questi vanno aggiunti altri 3 miliardi di euro da programmare per il 2014-2020.

Ci sono città che si sono mosse già bene in questa direzione, come Genova, Torino e Milano per l'Expò. La città di Bologna ha adottato un piano per ridurre del 20% le emissioni di CO2 al 2020 e – in collaborazione – con Enel Sole – per investire 25 milioni di euro per la gestione integrata dell'efficienza energetica, degli impianti di illuminazione e dei semafori. Napoli, per ridurre inquinamento e traffico, adotterà il Piano “City Roaming”, in collaborazione con Vodafone per l'installazione di 20 chioschi multimediali per il car sharing di vetture elettriche. Bolzano adotterà il Piano “Abitare sicuri” di teleassistenza e telemedicina per anziani. Pavia dedicherà il Piano “Scuole vicine” di servizi web e videocomunicazione per far interagire insegnantii e genitori, senza che questi ultimi debbano recarsi fisicamente a scuola.

L'ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) ha costituito, a tale scopo, un Osservatorio per seguire l'evoluzione dei Comuni e delle città verso un'edilizia innovativa e, per adesso, sono stati censiti 85 progetti di diversi Comuni.

Allo Smart City si sono alternati studiosi, imprenditori, politici (da Squinzi,presidente degli industriali a Lupi, ministro delle Infrastrutture) e perfino a Caldoro, presidente della Regione Campania che ha, provocatoriamente, affermato che – così come sono concepite allo stato – le Regioni non servono, perché da organi di programmazione e legislazione si sono trasformate in gestori di secondo livello, in ufficiali giudiziari di piani economico-finanziari decisi in sede governativa o europea.

La tesi emersa in Smart City è che, approfittando dell'impegno dei singoli paesi europei ad adeguare tutti gli edifici all'emissione energetica vicino allo zero entro il 2020, bisogna ripensare il modo di costruire o ricostruire e ristrutturare in Italia.

L'Emilia Romagna (chi scrive ne è testimone, in quanto proprietario di un appartamento nel triangolo Bologna-Modena-Ferrara colpito duramente dal terremoto di 18 mesi fa) è un esempio di come sia possibile uscire dallo sfascio edilizio, con soluzioni moderne e rapide. Oggi l'Emilia ha fatto passi da gigante verso la ristrutturazione intelligente e senza aspettare i fondi pubblici.

Secondo il presidente di Smart City, Carlo Mochi Sismondi, è solo in questo modo che possiamo uscire – in tempi rapidi – da una crisi edilizia che ha falciato 446 mila posti di lavoro in Italia, che ha provocato un calo di produzione del cemento da 45 a 20 milioni di tonnellate, che ha indotto al fallimento 11.200 imprese di settore, che ha richiesto il 14% di ricorso alla cassa integrazione.

Nel contempo, però, avanza la cementificazione di aree verdi e agricole, sottraendo alla collettività spazi e polmoni vitali.

Dunque, la soluzione ai due mali contrastanti, non può che essere una ristrutturazione intelligente.

Ciò vuol dire: isolamento termico, adeguamento antisismico, isolamento acustico, comfort abitativo e durabilità.

Ciò vuol dire che nella produzione del cemento, vanno progressivamente utilizzati combustibili alternativi. Facciamo qui l'esempio del cosiddetto “cemento fotocatalitico”, che produce una specie di fotosintesi capace di assorbire e decomporre sostanze inquinanti (autopulimento) o di “termografia” che è in grado di fotografare un edificio, rilevandone con precisione le dispersioni termiche.

L'Italia, per adesso, è all'8,1% di utilizzo di combustibili alternativi, mentre la media europea è al 19%, pari al risparmio di 5 milioni di tonnellate di combustibili fossili non rinnovabili e a 5 milioni di tonnellate di emissioni in meno di CO2.

A Smart City c'è stato anche il ricorso alle solite premiazioni per rendere l'evento più interessante ed appetibile per i Comuni italiani. E così i Comuni di Bagordo, in provincia di Belluno, Riccione (Rimini) e Siracusa sono risultati aggiudicatari del premio ANCI-CNR, per l'utilizzo di tecnologie avanzate (razionalizzazione consumi di energia, controllo automatizzato del traffico e così via).

Per finire,quale lezione può trarre, da tutto ciò, una realtà insulare come Ischia?

Semplice: in attesa di una soluzione legislativa speciale che liberi (almeno in parte) gli isolani dalla spada di Damocle degli abbattimenti per abusivismo, si può lavorare alacremente sulla ricostruzione intelligente, moderna e sostenibile.

Ma per fare ciò, ci vuole il concorso di imprenditori e amministratori locali, per inserirsi nei canali di finanziamenti nazionali ed europei e per ammodernare le nostre tecniche costruttive.

Abbiamo beni pubblici da ristrutturare e riutilizzare; abbiamo il Pio Monte della Misericordia e una miriade di antichi alberghi termali dismessi, su cui giace – presso il Comune commissariato di Casamicciola – un progetto di recupero, curato dal comitato civico Colibrì; abbiamo sistemi di pubblica illuminazione che non fanno ricorso alle tecnologie LED; abbiamo scuole disastrate.

Non arrendiamoci all'inedia del mattone; di questo passo perderemo – come tanti altri saperi – anche quello del “ saper costruire” e verremo colonizzati del tutto da imprese (più o meno improvvisate e irregolari) della terraferma, fenomeno che già avviene, sia nel pubblico che nel privato.

Nell'edilizia moderna di recupero e di efficientamento energetico ci può essere ancora spazio occupazionale per i nostri figli e per i figli dei nostri figli, tanto più che si eleverebbe anche il fabbisogno di quadri con conoscenze universitarie delle nuove tecnologie.