Ischia News ed Eventi - Poesie e racconti

Ischia è l'isola dei sentimenti, un luogo dove la gente si ama . Il suo mare di zaffiro, il suo cielo con voli di gabbiani ed eteree nuvole hanno ispirato questi pensieri che dedico con il cuore a tutti gli innamorati.

Come gabbiani, senza vacillare mai, insieme verso nuovi orizzonti ci nutriamo dei colori del mare che quest' isola meravigliosa ci offre.

Nuotiamo in tramonti tinti di sole, respirando fili di vento, scivolano i pensieri sulle onde dorate da spicchi di sole. Siamo come gabbiani, persi nel vento, protesi sull'infinito, oltre il mare smarriti nel tempo. ..

Come gabbiani ci scambiamo girotondi di fantasie, ci guardiamo, sappiamo dove andremo. Il nostro rifugio sarà là sulla riva del mare coperti solo da veli di nubi tra le stelle; in volo ci raccontiamo i nostri sogni.

Mi piace uscire nella nebbia porgendo il viso all’umidità contando le gocce che si annidano tra i miei capelli. La strada tanto lunga e gli alberi e le case sono fasciati da una sciarpa d’ovatta.

Vita che sei mistero e musica per l’anima, disegno insondabile di Dio per noi, farfalla in volo verso l’arcobaleno, portaci verso l’amore infinito.

Amo il mare d’autunno,
restituito a pesci e pescatori
e compreso in se stesso,
mai ferito,
col suo silenzio fragile
che la marina rompe
e il vento che gli canta
di probabili onde e di maree
Amo il mare d’autunno,
il suo portare voci da lontano
e, sulla riva,
lo sciame dei ricordi,
d'estati e di canzoni.
Amo il mare d’autunno
perché ogni scoglio,
non più ferito dai passi e dai rumori dell’estate,
può essere uno scoglio di sirene
e guardando abbagliato l’orizzonte,
nel fondo dei pensieri puoi sperare
che appaia di lontano,
e nel tuo cuore,
la nave malinconica d'Ulisse.

“Guardavo sparire l’isola nella quale avevo raggiunto il fondo della solitudine. M’ero imbattuto nelle amicizie decisive della mia vita. Avevo fatto la fame. Avevo contemplato, come da un lontano loggione, la tragedia della seconda guerra mondiale. Avevo tirato le somme finali di quel che ero andato meditando durante sedici anni. Avevo scoperto l’abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l’ebbrezza della creazione politica, il fremito dell’apparire delle cose impossibili.

Nessuna formazione politica esistente mi attendeva, né si preparava a farmi festa, ad accogliermi nelle sue fila.

Con me non avevo per ora, oltre me stesso, che un manifesto con alcune tesi e tre o quattro amici”.

Altiero Spinelli 18 agosto 1943

Altri articoli …