Ischia News ed Eventi - Economia

Dal 2014 al 2020 l'Italia potrà spendere 100 miliardi di euro, una cifra enorme, data dall'Unione Europea per migliorare o costruire infrastrutture, servizi, attività turistiche. Secondo tutti gli osservatori questa è l'ultima occasione che l'Unione Europea, attraverso i "fondi strutturali", concede all'Italia. E' una occasione da non perdere. 

Dopo la chiusura della Cassa per il Mezzogiorno nel 1992 i fondi europei sono stati la principale fonte per sostenere lo sviluppo nel Sud e molto spesso sono stati spesi male o addirittura non spesi perché o non si è trovato il "cofinanziamento" dello Stato o della Regione o le Regioni ed i Comuni non hanno saputo approntare progetti finanziabili.

Nel quadro del decreto legge sulla pubblica amministrazione, su proposta del Ministro per la Coesione Territoriale Carlo Trigilia, il Consiglio dei Ministri ha approvato l'istituzione dell'Agenzia per la Coesione territoriale "per il monitoraggio sistematico e continuo dei programmi operativi e interventi della politica di coesione, nonché "per il sostegno e l'assistenza alle amministrazioni che gestiscono programmi europei e nazionali" sia con "iniziative di formazione del personale delle amministrazioni interessate", sia anche interventi per "l'accelerazione e la realizzazione dei programmi". L'Agenzia, il cui statuto dovrà essere emanato entro il 1° marzo 2014 con decreto del Presidente della Repubblica potrà, in alcuni casi bene definiti e su indicazione del Ministro per la Coesione territoriale, anche svolgere compiti diretti di autorità di gestione tanto per progetti sperimentali, quanto nell'ipotesi di gravi inadempienze e ritardi di alcune autorità di gestione dei programmi, nei riguardi dei quali può assumere poteri sostitutivi.

''Siamo soddisfatti del nuovo sistema di tracciabilità della filiera bufalina di cui si è dotata la Regione Campania e parteciperemo in maniera attiva al tavolo. Dobbiamo tutelare e valorizzare al massimo un tesoro della nostra terra che ogni anno dalla contraffazione subisce danni per oltre 100 milioni di euro e vede i mercati italiani ed esteri invasi da circa 8 milioni di chili di mozzarella taroccata''.

A dirlo sono il presidente e il direttore di Coldiretti Campania, Gennarino Masiello e Prisco Lucio Sorbo, a proposito della delibera approvata, su proposta dall'assessore all'Agricoltura, Daniela Nugnes, dedicata alla tutela della filiera bufalina.

Ancora una volta una scelta fuori logica e di ulteriore danno per la società regionale da parte dei dirigenti Caremar!. Dopo il costoso fitto del gennaio 2012 del Catamarano "Acapulco Jet" del gruppo Lauro in sostituzione dell’aliscafo "Aldebaran",  è di queste ultime ore il noleggio dell’“Alcione Snav” al posto dell’”Isola di S. Pietro”.  

Non discutiamo qui dei due mezzi noleggiati, della cui validità non abbiamo dubbi, ma della scelta antieconomica fatta dalla Caremar di sottoporsi ad un ulteriore salasso economico (il fitto è sicuramente salatissimo!) quando possiede, depositato nei Cantieri di Napoli da anni, un proprio Catamarano l’Achernar di prestazioni competitive che ignobilmente viene mantenuto a vegetare anziché darsi da fare per  metterlo in esercizio.

"In un contesto economico in continua degenerazione, il settore turismo cerca, con atti concreti, il rilancio di un comparto importante per l'economia dell'Italia».

Così Lino Stoppani, presidente FIPE – Confcommercio Imprese per l'Italia, commenta la firma dell'accordo sindacale per rendere più pesante la busta paga dei lavoratori del turismo, creando le condizioni per aumentare il potere d'acquisto agli oltre un milione di occupati nel settore, favorendone anche l'attrattività.

Una rete di servizi per le cooperative in tutta Italia che promuova la crescita sui territori, un nuovo tessuto imprenditoriale e una nuova occupazione. Nasce Uecoop Campania, la risposta di Coldiretti alla crisi economica. Oggi a Napoli la prima assemblea dell'associazione alla quale, solo in Campania, aderiscono gia' circa 400 soci che operano in tutti e 14 i settori dell'albo competente: dal lavoro al sociale, dall'edilizia all'agricoltura.

IL PRESIDENTE NAZIONALE DI COLDIRETTI E UECOOP SERGIO MARINI

"Uecoop nasce con uno spirito innovativo per il nostro Paese – dice Sergio Marini, presidente nazionale di Coldiretti - e in questo modo si rimettono al centro le capacità individuali, come intelligenza e creatività, e le esclusività territoriali". Per Marini questo "é l'unico modo per far tornare l'Italia competitiva e cambiare il paradigma del modello di sviluppo che vuole farci credere che si può competere nel mondo solo con le grandi dimensioni e i bassi costi di produzione". Il tour delle regioni sarà completato a luglio e "a ottobre si svolgerà a Roma la convention nazionale dove lanceremo i congressi territoriali e poi nazionali". "Chi non è abituato alla concorrenza e al confronto potrebbe avere dei problemi, ma per noi non ce ne sono - ha sottolineato - Abbiamo una mission e chi definisce un errore la nascita di Uecoop, evidentemente non ha a cuore la cooperazione".
COLDIRETTI CAMPANIA

''UECOOP - dicono il presidente e il direttore di Coldiretti Campania, Gennarino Masiello e Prisco Lucio Sorbo - nasce per volonta' di tanta gente che crede nel ruolo della cooperazione e nei valori forti di solidarieta', sussidiarieta' e sostenibilita' e mette al centro delle proprie azioni persona e territori, capitale umano e sociale, ricchezze naturali e culturali. Risorse uniche del nostro Paese sul quale fondare una nuova stagione di crescita che coniughi Pil e qualita' della vita''.

Diffusi i risultati di uno studio sul welfare aziendale nell'ambito del progetto «Welfare, Italia. Laboratorio per le nuove politiche sociali» di Censis e Unipol

Ma l'Italia è in ritardo. Solo il 49% delle imprese adotta forme flessibili degli orari di lavoro, meno che in Germania (58%), Danimarca e Regno Unito (70%), Finlandia (83%)

Roma, 26 giugno 2013 – Solo il 49% delle nostre imprese adotta forme flessibili degli orari di lavoro, a fronte del 51% in Francia, il 55% in Spagna, il 58% in Germania, il 70% in Danimarca e Regno Unito, l'83% in Finlandia. Solo Portogallo (48%) e Grecia (34%) mostrano valori più bassi di quelli italiani. È quanto emerge da un'analisi realizzata nell'ambito del progetto «Welfare, Italia. Laboratorio per le nuove politiche sociali» di Censis e Unipol Gruppo Finanziario. Ma la flessibilità dell'orario di lavoro, per favorire la conciliazione con i tempi della famiglia, è la prima delle misure adottate da molte imprese all'avanguardia nel campo del welfare aziendale, spesso accompagnate da altri aiuti offerti ai lavoratori, come i servizi di babysitteraggio per i figli piccoli, fino agli asili nido aziendali. In Italia il 59% dei lavoratori deve rispettare un orario stabilito rigidamente dalla propria azienda, percentuale più alta che in Germania (55%), ma soprattutto rispetto a Finlandia (45%), Olanda e Svezia (40%). Anche le imprese italiane che permettono di utilizzare le ore di straordinario accumulate per usufruire di giorni di ferie sono solo il 15%, a fronte del 28% di quelle francesi e britanniche, del 43% delle tedesche, del 53% delle danesi, del 66% delle finlandesi.

In Italia i lavoratori part-time sono 3,5 milioni, pari al 17% del totale. Nel nostro Paese anche la diffusione del part-time è inferiore alla media europea (20%) e lontana dalle percentuali di Germania (26,7%), Gran Bretagna (27,2%), Svizzera (35,9%), Olanda (49,8%). Le donne italiane in part-time sono il 31,1% delle lavoratrici rispetto a una media europea del 32,6% e percentuali che arrivano al 43,3% in Gran Bretagna, 45,6% in Germania, 60,9% in Svizzera, 77% in Olanda.

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