Si dichiara sorpresa l'Unione Europea, di fronte al nuovo decreto per lo Sviluppo che ha avuto il via libera da parte del Consiglio dei Ministri. Al di là delle amare critiche delle associazioni ambientaliste, appare non accolta la soluzione secondo la quale il diritto di superficie, su cui insistono chioschi e varie strutture turistiche delle spiagge italiane, sia passato da soli sei anni a ben novanta, a dimostrazione di un'eccessiva cementificazione, in evidente contrasto con le regole della concorrenza leale e del mercato unico europeo.
Scopo del Governo, la creazione di occupazione e la promozione del turismo, mediante l'incoraggiamento degli investimenti per gli stabilimenti balneari. :«Questa non è una vendita delle spiagge - ha evidenziato Giulio Tremonti, ministro dell'Economia - la spiaggia resta pubblica». Nonostante tali dichiarazioni, il WWF e Legambiente si dichiarano contrari.