I partiti di oggi – nati dopo la cosiddetta tangentopoli nel 1992 cioè circa vent’anni fa – che avrebbero dovuto rappresentare la caduta delle vecchie ideologie sulle quali l’umanità civile si è confrontata o scontrata per due secoli – il XIX ed il XX - e l’avvio di un serio “pragmatismo”sulle politiche economiche e sociali, le uniche che contano, sono tutti da rottamare.
Il cosiddetto “centro-destra”è un movimento personale del suo leader, Silvio Berlusconi, che da imprenditore ha fatto un partito-azienda dove è lui il padre-padrone. E’un partito-azienda dove il capo non è messo in discussione, non può essere sostituito o addirittura criticato e chi lo critica è costretto ad andarsene come insegna Gianfranco Fini, ex capo della destra storica italiana, erede del MSI, “sdoganato”dalla pregiudiziale antifascista dallo stesso Berlusconi e la sua “Forza Italia”.
Questo partito-azienda ha proconsoli locali nelle varie Regioni che trovano forza soprattutto nei luoghi istituzionali della pubblica amministrazione cioè nel Parlamento o nel Consiglio Regionale.