"Fatta l'Italia, ora bisogna fare gli italiani" la storica frase di Massimo D'Azeglio, pronunciata un secolo e mezzo fa' all'indomani dell'Unità d'Italia, non si è certamente dimostrata veritiera, nel tempo, per le tantissime persone che, differenti per origini, tradizioni e dialetti, ma che accomunati dalla miseria, dal nord al sud dello stivale, divennero italiani sulla loro pelle, emigrando stipati come sardine sui bastimenti per le Americhe o sui treni per il Nord Europa. E' tutta nei numeri la storia del nostro Paese. Quelli della spaventosa emorragia di uomini, donne e bambini che colpì l'Italia, senza soluzione di continuità dagli ultimi decenni dell'ottocento fino al secondo dopoguerra. Un esodo biblico di oltre 29 milioni di italiani che, mescolandosi tra piemontesi e siciliani, tra lombardi e campani, tra pugliesi, calabresi e romagnoli, dettero vita ad una comunità veramente nazionale per sfuggire quella miseria, ancora diffusissima in italia fino al 1951. Un argomento quindi, quello dell'emigrazione , da studiare ed indagare con continuità per capire come gli italiani in tutto il mondo hanno saputo mantenere sempre viva la fiamma dell'italianità, fieri delle loro origini ed accomunati da un grande sentimento di appartenenza. Così l'Associazione Ischitani nel Mondo, in partenariato con il Comune d'Ischia, presenta l'ottava edizione di "Pe' terre assaje luntane", una manifestazione, dedicata all'emigrazione ischitana verso le Americhe . Che quest'anno si inserisce idealmente nel calendario di celebrazioni dell'anniversario dell'Unità d'Italia, con una mostra documentaria, "Noi emigravamo, tempo imperfetto dell'Italia unita" e una serie di incontri sul tema della migrazione interna dal titolo "Fratelli in Italia".