Ischia News ed Eventi - Rubriche

Isolani e turisti possono firmare l’adesione direttamente al  tavolo presso il Bar Triangolo  o votare attraverso il sito web  HYPERLINK "http://www.iluoghidelcuore.it" www.iluoghidelcuore.it.


Il recupero ai fini ambientali e produttivi del complesso del Pio Monte della Misericordia di Casamicciola (60mila Mc. su 24mila Mq2) costituisce la condizione indispensabile per il rilancio economico e sociale di Casamicciola, la più antica cittadina termale e turistica dell’isola d’Ischia,perché pietra miliare di un vasto  progetto di recupero delle aree industriali dismesse di Casamicciola che comprende anche significativi stabilimenti termali di Piazza dei Bagni e dell’intero bacino idrotermale di La Rita. Non si tratta di “nuove fabbriche” ma di “recupero di strutture produttive” e quindi perfettamente compatibile con il Piano Urbanistico Territoriale dell’isola d’Ischia in vigore perché approvato dal Ministero dei Beni Culturali nel 1995 e quindi non può non avere il parere obbligatorio e favorevole della Soprintendenza ai Beni Paesistici della Provincia di Napoli.

Sembra impossibile che nell’isola d’Ischia esistono due aree industriali dismesse proprio nel settore economico trainante di tutta l’isola ed appare inverosimile che un argomento del genere non costituisca interesse né per la Associazione degli Albergatori né per quella dei  Termalisti il che dà un’idea del grado di rappresentatività di queste associazioni imprenditoriali come colpisce il silenzio dei sindacati dei lavoratori degli alberghi e delle terme segnale di una altrettanto debole rappresentatività.

La frana avvenuta sabato 25 agosto dal costone sulla Litoranea Casamicciola-Lacco  alle ore 21.30 circa che soltanto per un miracolo o una straordinaria coincidenza non si è trasformata in una tragedia come quella del novembre 2009 con la seconda alluvione di Casamicciola in 99 anni (i tempi della natura non sono quelli dell’uomo) mi ha  riportato alla memoria un incontro che tenemmo come Associazione della Stampa delle isole di Ischia nel lontano 1986 con il giornalista Giovanni Russo, inviato speciale del “Corriere della Sera” e fervente meridionalista fin da giovanissimo con il suo libro “Baroni e contadini”. Russo mi disse che “ovunque era  andato nel Mezzogiorno aveva trovato  lavori pubblici incompiuti, mai terminati, con strade aperte “provvisoriamente” e cioè con un provvisorio diventato definito”. Russo chiamò questi lavori pubblici mai terminati a regola d’arte le “opere perpetue del Mezzogiorno”.
La Litoranea è una di queste “opere perpetue”. Fu  aperta al pubblico il 25 luglio 1926. Lo ricorda Raffaele Castagna  nel volume “Isola d’Ischia in tremila voci, titoli, immagini” che completa la voce sottolineando che “a 300 metri circa presso la Pensione Morgera (oggi non esiste più perché è stata trasformata in un complesso residenziale n.d. a.) una lapide (oggi appena leggibile) ricorda l’evento: “Regnando Vittorio Emanuele III Re d’Italia – Anno IV del governo del Duce Benito Mussolini – questa strada che segna l’inizio di una litoranea Porto d’Ischia, Casamicciola, Lacco Ameno, giungendo a Forio – che Salvatore Girardi, Presidente della Deputazione Provinciale volle per avvicinare Napoli all’isola, evitando scomodi scali, affidandone l’esecuzione all’ing. S. Melucci – fu aperta al pubblico il 25 luglio 1926”. Qui si ferma la voce lasciando la ricostruzione della storia ad altre fonti.

E’ stata avviata a cura dell’arch. Caterina Iacono e del giornalista Giuseppe Mazzella la campagna per “I Luoghi del Cuore” per il recupero del complesso immobiliare del Pio Monte della Misericordia (Sec. XIX) ed il progetto “I Percorsi delle Therme” per la trasformazione urbana di Casamicciola attraverso una STU (Società di Trasformazione Urbana) prevista dall’art.120 del Testo Unico sugli Enti Locali.

“L’adesione alla campagna del Fai (Fondo Ambiente Italiano) per “I luoghi del cuore” per il VI censimento nazionale dei luoghi storici ed ambientali da salvare nel “Bel Paese” per il recupero del complesso immobiliare del Pio Monte della Misericordia di Casamicciola (sec.XIX) costituisce una occasione decisiva per avviare una “Terza Rinascita” di Casamicciola, dopo il terribile terremoto del 28 luglio 1883 e la disastrosa alluvione del 24 ottobre 1910, perché il complesso ricettivo del Pio Monte della Misericordia – 55 mila mc. su 24mila mq. – ha rappresentato per circa 100 anni  la più importante struttura civile, economica e sociale non solo di Casamicciola ma dell’intera isola d’Ischia com’è documentato da una ricchissima letteratura. Da circa 40 anni la struttura è chiusa e da 39 anni è al centro di una complessa vicenda giudiziaria con almeno 3 società di capitali – SRL – che ne hanno rivendicato il possesso  o addirittura la proprietà  per effetto del contratto del 1983 dell’Ente Morale Pio Monte della Misericordia ad una società per azioni con un capitale sociale di soli 200 milioni – Nizzola Spa – con il quale l’Ente Morale concedeva il “diritto di superficie” per 50 anni sugli immobili; unico caso in Italia dove si applicava l’art.952 e seguenti del Codice Civile su immobili già realizzati. E’noto che il “diritto di superficie” è desueto nel diritto civile italiano ed è stato applicato con esiti discutibili o disastrosi solo dall’Istituto Autonomo delle Case Popolari (IACP) per l’edilizia popolare da realizzare” hanno dichiarato i promotori Iacono e Mazzella.

Monsieur,

Merci encore pour votre article, vous vous exprimez très bien en français.

Vous connaissez très bien l’histoire de France, qui est assez compliquée.

A Ischia Ponte, su una panchina fuori alla Chiesa dello Spirito Stanto che ospita il dipinto della Madonna di Ponza, il professore Giosuè Vezzuto mi racconta del trasferimento dei confinati politici da Napoli alle isole ponziane.
Il professor Vezzuto, classe 1924, figlio del responsabile del carcere mandamentale di Ischia, é probabilmente l'ultimo testimone del passaggio dei confinati per l'isola partenopea nonché l'unica fonte consultabile, essendo andati distrutti i registri su cui venivano annotati i transiti dei detenuti.
La permanenza ad Ischia, sebbene non prevista nel piano di viaggio dei confinati in partenza da Napoli, era evento non raro : spesso violente ponentate costringevano il piroscafo di linea a gettare le ancore, in attesa che il vento scemasse e che si potesse proseguire verso Ventotene e Ponza.
Giorgio Amendola scrive in proposito, nel romanzo autobiografico UN' ISOLA:
"Non vollero togliermi le manette. Dove avrei potuto scappare? Le isole sfilavano: Procida, Ischia, Ventotene. Dopo l'oscurità del carcere ritrovavo la luce,l'aria, il sole".
Il ricordo dei confinati  diretti alle isole ponziane, ammassati nel carcere di Punta Molino, é impresso  nitidamente nella memoria del professor Vezzuto, così come l'edificio  sul mare, con due stanzoni - sezione maschile e femminile - e un terzo , che il Comune usava come deposito o come ricovero per gli animali, secondo le esigenze; l'alloggio del responsabile del carcere, che lì viveva con la famiglia, era annesso alla prigione o, per meglio  dire, inglobato  in essa ..."Per raggiungere le camere da letto bisognava  passare attraverso l'ufficio di mio padre che, a volte, era utilizzato dal magistrato per gli interrogatori. Capitava così che, per andare a dormire, dovessimo aspettare che l'udienza avesse termine".
ricorda Giosuè.

Panza d’Ischia, settembre 12

Era un popolo tenace quello dell’isola d’Ischia di contadini e di pescatori. Traeva dalla terra, da una terra fertile che bisognava domare contro la morfologia e la furia degli elementi, tutti i mezzi  di sussistenza in una straordinaria “economia autarchica” ed  era capace questo popolo, già numeroso nel Medio Evo e nel Rinascimento e sparso in una decina di micro-comunità nei 46  Kmq.

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