Che ci sia necessità di dare un nuovo assetto al trasporto marittimo del Golfo di Napoli - che sia di diritti, di liberalizzazione del mercato, di qualità, di sicurezza - è ormai un’esigenza ineluttabile: lo dicono i fatti, l’avvertono tutti!
Lo dicono soprattutto i lavoratori ed pendolari del mare e gl’imprenditori dei trasporti con i loro camionisti, lo dice la gente comune, chi è costretto a portarsi “ sulla terraferma” per esigenze di salute. Ma poco, ancora troppo poco, è l’impegno che emerge nella politica locale ed in tanti settori produttivi, dal turistico al commerciale al mondo imprenditoriale e categoriale.
Come uscire dall’arte di arrangiarsi dei singoli, dalla rassegnazione collettiva che caratterizza le realtà isolane? Le forze politiche regionali non appaiono interessate alla tematica che trattano solo occasionalmente per dovere e nei tempi morti; i sindaci continuano ad essere divisi e privi di un progetto unitario, il sindacato è spaccato e fuori contesto e, spesso, anche incerto laddove emerge un sussulto di identità sindacale.