Fuma il 23% della popolazione, 14 miliardi di euro l’anno di gettito fiscale dal commercio legale dei tabacchi
Italiani consapevoli dei rischi per la salute derivanti dal fumo, ma liberi di scegliere. Il 51% degli italiani (il 57% tra i fumatori, il 50% tra gli ex fumatori, il 46,5% tra i non fumatori) ritiene che fumare sia una scelta individuale che le persone compiono essendo pienamente informate delle possibili conseguenze. Il 49% pensa invece che i danni del fumo non vengano adeguatamente considerati e che chi fuma rischia molto di più di quanto crede. Gli italiani risultano tuttavia fortemente consapevoli dei rischi per la salute derivanti dal fumo. Circa due terzi li giudicano molto gravi e un altro 30% li considera abbastanza seri. La quota di coloro che li reputano poco rilevanti è inferiore al 4%, e non supera il 6% neanche tra gli stessi fumatori. È quanto emerge da una ricerca del Censis, che registra come sui comportamenti, però, l’opinione pubblica è divisa. Come affrontare la questione dei consumi di prodotti da tabacco? Per il 35% degli intervistati un cittadino adulto e informato deve essere libero di scegliere. Il 18% sposa una linea «proibizionista», per cui la vendita delle sigarette dovrebbe essere limitata e progressivamente vietata per tutelare la salute. L’opzione prevalente (46%) è però quella «pragmatica», per cui a fronte dei rischi è meglio che il commercio sia legale, controllato e tassato.